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today24 Novembre 2023 8
Da giovedì 30 novembre a martedì 12 dicembre 2023 si tiene a Dubai, sotto la presidenza degli Emirati Arabi Uniti, la 28ª Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP). Il vertice non è ancora iniziato, parte con grandi aspettative delle grandi istituzioni internazionali, delle associazioni non governative, dei movimenti ambientalistici, ma in netta salita, e con ogni probabilità, sarà un fallimento purtroppo già annunciato. L’obiettivo minimo è tenere in vita il processo di Parigi e il suo traguardo principale: contenere sotto 2 gradi, e il più vicino possibile a 1,5 gradi, l’aumento delle temperature medie globali a fine secolo, rispetto ai livelli preindustriali: sono le soglie entro le quali gli effetti del global warming restano gestibili, secondo il parere praticamente unanime della comunità scientifica. Otto anni dopo l’Accordo di Parigi del 2015, fermare l’aumento delle temperature entro le soglie di sicurezza sembra a molti un obiettivo fuori portata: il termometro è già salito di 1,2 gradi e la situazione può solo peggiorare. A pochi giorni dall’apertura dei lavori della Conferenza di Dubai (Cop28), due report targati Nazioni Unite hanno denunciato quanto il mondo sia fuori rotta. In primis, gli effetti sarebbero sempre meno reversibili. Dalla fine degli anni ’90, in Europa si sono persi 9 mila chilometri cubi di ghiacciai, che alla fine scompariranno: per tornare a livelli lontanamente comparabili serviranno secoli a temperature più basse. Prospettive analoghe attendono le zone costiere e le isole sommerse dagli oceani. La strada giusta si chiama transizione energetica: ridurre più rapidamente possibile l’utilizzo dei combustibili fossili per passare alle energie pulite. Molti progressi sono stati fatti, anche in Paesi molto dipendenti dal carbone, come Cina e India, il peso delle rinnovabili cresce. I dati dicono però che la trasformazione non è abbastanza veloce. Anche a Dubai, come in tutti gli altri vertici, molto dipenderà dalla volontà politica dei grandi attori internazionali. E il recente accordo sul clima tra Stati Uniti e Cina sarà il vero banco di prova per testare la traduzione delle parole in fatti concreti.
“Il Corsivo” a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell’angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca.
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Scritto da: Giornale Radio
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