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Si è, quindi, consumata la quasi inevitabile scissione all’interno del Movimento 5 Stelle. Nelle ultime ore è, infatti, avvenuta una raccolta di firme tra i deputati ed i senatori pentastellati per la costituzione di gruppi parlamentari che facciano riferimento al ministro degli Esteri Luigi Di Maio, ormai da tempo in conflitto aperto con la componente grillina che punta, invece, su Giuseppe Conte, contestando all’ex capo politico del Movimento di essersi lasciato del tutto ammaliare dalle sirene politiche del premier Mario Draghi.
A Montecitorio risultano disposti a seguire Di Maio nella sua nuova avventura addirittura 60 deputati, mentre al Senato si parla di 11 adesioni ed i nuovi gruppi parlamentari si chiameranno ” Insieme per il futuro”.
Il divorzio era nell’aria da diversi giorni e, non a caso, se si visitano le pagine social del trentaseienne titolare della Farnesina, non si può fare a meno di notare come, da esse, sia ormai completamente scomparso ogni riferimento alla sua appartenenza al movimento fondato da Beppe Grillo. Grillo che, almeno per il momento, evita di prendere posizioni chiare in favore dell’uno o dell’altro dei contendenti, limitandosi a scrivere sul suo famosissimo blog “chi non crede nelle regole lo dica”. Parole, queste, che alcuni interpretano come una cauta presa di distanza da Di Maio. Il pirotecnico comico genovese è, comunque, atteso per domani a Roma, forse per tentare un’ultima disperata mediazione tra il suo ex pupillo di Pomigliano e l’ “avvocato del popolo”.
La probabile scissione rischia, inoltre, di ripercuotersi negativamente anche sulla composizione del Governo, dove a seguire il ministro degli Esteri ci sono il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, la sottosegretaria all’economia, Laura Castelli, il sottosegretario agli Esteri, Manlio Di Stefano, quella alla Giustizia, Anna Macina, e la sottosegretaria al Sud Dalila Nesci. Non si può, infatti, escludere che da parte di Conte, giunga adesso la richiesta di un rimpasto di governo che potrebbe, naturalmente, riguardare pure Farnesina, da assegnare magari proprio a se stesso.
A questo punto, oltre alle prevedibili difficoltà di navigazione per l’esecutivo Draghi, ci sarà anche da definire un nuovo assetto dei rapporti di forza in Parlamento. Fino a ieri, infatti, tra Montecitorio e palazzo Madama i grillini erano 227, ma avendo seguito Di Maio più di 70 di ribelli, il Movimento 5 Stelle si vede ora costretto a cedere alla Lega il primato di partito maggiormente rappresentato a livello parlamentare.
Scritto da: Giornale Radio
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