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Speculazione edilizia a Milano: arrestati politici e imprenditori coinvolti

today1 Agosto 2025

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Milano, arresti ai domiciliari per Tancredi, Catella, Marinoni, Scandurra, Pella; carcere per Bezziccheri nell’inchiesta sulla speculazione edilizia.

Il gip del Tribunale di Milano ha disposto cinque arresti domiciliari e uno in carcere nell’ambito dell’indagine sull’urbanistica. Ai domiciliari finiscono, quindi, l’ex assessore Giancarlo Tancredi, l’imprenditore Manfredi Catella, Giuseppe Marinoni e Alessandro Scandurra – rispettivamente ex presidente ed ex membro della Commissione paesaggio – ed il manager Federico Pella. L’unico provvedimento carcerario è, invece, quello stabilito per l’imprenditore Andrea Bezziccheri.

Contesto dell’indagine: accuse e sospetti

Come è noto, l’inchiesta, condotta dalla Procura della Repubblica di Milano, è incentrata su presunte irregolarità e illeciti connessi alla gestione e all’approvazione delle pratiche urbanistiche e dei progetti di sviluppo immobiliare che hanno riguardato il capoluogo lombardo negli ultimi anni. Le accuse, in merito alle quali gli inquirenti mantengono uno stretto riserbo, sembrano comprendere reati che vanno dalla corruzione alla turbativa d’asta, dall’abuso d’ufficio al falso.

Motivazioni delle misure cautelari

L’adozione da parte del Gip di misure cautelari così severe lascia supporre la presenza di gravi indizi di colpevolezza, oltre al timore di reiterazione del reato o di inquinamento delle prove.

Gli inquirenti, al momento, stanno vagliando una mole molto fitta di documenti, tra cui pratiche edilizie, delibere comunali e contratti, al fine di arrivare a descrivere, in modo chiaro, lo scenario nel quale sarebbero maturate le relazioni e le dinamiche che avrebbero agevolato la commissione degli illeciti contestati.

Focus sul processo decisionale urbanistico

Sotto la lente di ingrandimento della magistratura sono finiti, in particolare, i processi decisionali che hanno reso possibili alcune delle più recenti trasformazioni urbane di Milano: una città che, negli ultimi decenni, è stata caratterizzata da un espandersi rapido e costante delle attività edilizie.

Intanto, si apprende che il comitato che riunisce gli acquirenti delle casa comprate nei cantieri che adesso sono stati bloccati a causa dell’inchiesta in questione, sta prendendo in considerazione anche l’ipotesi di promuovere una class action.

Dalle radici del Piano Beruto alla speculazione degli scali ferroviari

La pianificazione urbanistica di Milano ha radici antiche: il Piano Beruto, elaborato negli anni Ottanta dell’Ottocento, è stato il primo tentativo di regolare lo sviluppo di una città in forte crescita e frenare le pressioni speculative dei privati. Nonostante questo, già il successivo Piano Pavia‑Masera del 1910 riprese la logica monocentrica e concentricamente espansiva, ignorando il verde urbano e favorendo la speculazione edilizia, erodendo rapidamente il tessuto sociale con una proliferazione di immobili costosi.

Durante gli anni Quaranta, la legge 1150 del 1942 introdusse la moderna figura del piano regolatore generale, ma solo con il PRG del 1953, approvato da Einaudi, Milano intraprese una vera rigenerazione post-bellica. Il piano promosse uno sviluppo urbano accelerato, includendo strumenti di zonizzazione e l’integrazione di parchi pubblici come Forlanini, pur restando fortemente influenzato da logiche di mercato e da lobbing politico.

Scali ferroviari e speculazione edilizia

Negli ultimi decenni, la speculazione si è concentrata soprattutto sugli scali ferroviari: vaste aree come lo scalo di Porta Romana sono diventate oggetto di maxi-operazioni immobiliari in cui gli investitori hanno ottenuto permessi edilizi eccessivi, spesso senza rispettare riserve di edilizia sociale o vincoli sul verde, contribuendo a un modello urbano più profit-driven che sostenibile.

Queste trasformazioni hanno alimentato un dibattito acceso sulla governance urbana e sull’equilibrio tra interesse pubblico e rendita privata. I progetti di rigenerazione urbana, pur presentandosi come innovativi e “green”, spesso nascondono una logica di gentrificazione che allontana le fasce più deboli della popolazione. La città rischia così di diventare sempre più escludente, frammentata e omogenea, a discapito della sua storica complessità sociale e culturale. In questo contesto, cresce l’esigenza di pianificazioni partecipate, attente ai bisogni reali dei cittadini e capaci di integrare sostenibilità ambientale, equità e trasparenza nei processi decisionali.

Scritto da: Redazione


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