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A cura di Ferruccio Bovio
Secondo autorevoli studi di analisi mineraria, il sottosuolo ucraino custodirebbe una ricchezza valutabile in circa quindicimila miliardi di dollari: un tesoro dinanzi al quale ci si può, quindi, dimenticare, senza troppe esitazioni, di centinaia di soldati migliaia morti o mutilati, di bambini deportati chissà dove, di città rase al suolo e di qualsiasi richiamo ad un equo ristabilimento dello scenario geopolitico internazionale. Domani Zelensky è atteso a Washington dove dovrebbe firmare, con gli Stati Uniti, un accordo di cui si ignorano praticamente tutti i dettagli, ma che avrà, comunque, per oggetto lo sfruttamento di quelle “terre rare” che, stando almeno a quanto comincia a trapelare dall’incrociarsi delle dichiarazioni, sembrano sollecitare gli appetiti non del solo Donald Trump, ma anche quelli di Vladimir Putin. Anzi, il Cremlino si è persino sbilanciato fino al punto di far notare che anche il suo sottosuolo è particolarmente ricco – forse ancor di più di quello ucraino – ed offre, pertanto, “grandi opportunità” per un eventuale sfruttamento congiunto, da realizzarsi avvalendosi proprio della tecnologia in possesso delle aziende americane.
Ed è musica per le orecchie dell’affarista che risiede alla Casa Bianche, il quale, non a caso, ha subito manifestato il suo pieno interesse per “chiudere un accordo sui minerali russi”. Mosca non dispone dei mezzi tecnologici e delle competenze professionali per valorizzare, da sola, tutto il potenziale che può derivare dal suo sottosuolo: ecco, dunque, il motivo per cui l’insperato aiuto del nuovo amico statunitense potrebbe, per lei, rappresentare un’autentica “manna dal cielo”. Urge però, a questo punto, per entrambe le parti, chiudere al più presto quella fastidiosissima “rottura di scatole” che è tuttora rappresentata dall’ostinata resistenza incarnata da quegli insopportabili Ucraini, i quali pretendono – pensate un po’ con quanta arroganza – di conoscere, almeno a grandi linee, quale sarà il loro destino…Succede, in pratica, che di fronte alle “avances” affaristiche che le due superpotenze nucleari si stanno scambiando reciprocamente – sorvolando beatamente su ogni barlume di rispetto per la libertà e l’indipendenza degli altri – Putin si stia rivelando un interlocutore molto meno ostico di quanto l’ingenuità europea potesse aspettarsi: lui, infatti, è sempre pronto quando si tratta di fare dei soldi…Si smetta dunque, al più presto, di combattere e se Macron e qualche altro guerrafondaio come l’inglese Starmer ci tengono proprio a mandare un velleitario contingente di “peace keeping” sul campo, lo facciano pure…Tanto, adesso, ci sono ben altri affari ai quali doversi dedicare…
Credits Foto: IPA Agency
27 Febbraio 2025
Scritto da: Redazione
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