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today15 Luglio 2023
A cura di Ferruccio Bovio
Non da oggi, nell’ambito della NATO, ci si pone la domanda se sia opportuno o meno favorire l’ingresso dell’Ucraina nell’Alleanza atlantica. Fino allo sciagurato 24 febbraio dello scorso anno, a prevalere era certamente stato l’orientamento politico di chi, temendo di provocare inutili tensioni con Mosca, aveva imposto un atteggiamento prudenziale (per non dire di vera e propria chiusura), giudicando molto pericolosa, per gli equilibri strategici mondiali, una eventuale ammissione di Kiev nell’Organizzazione che costituisce il baluardo della sicurezza militare per l’intero Occidente. Purtroppo però, i fatti più recenti si sono incaricati di dimostrare che forse tanta prudenza, in fin dei conti, si è poi rivelata inutile, visto che non è servita a tenere sotto controllo le mire espansionistiche della Federazione Russa. Si è venuta così a creare una situazione che rende abbastanza comprensibili (anche se, al momento, azzardate) le insistenze con le quali il presidente Zelensky chiede che anche il suo Paese possa, finalmente, occupare un posto al tavolo del selettivo consesso che ha sede a Bruxelles.
Tuttavia, se è più che scontato che l’Ucraina, per la sua stessa sopravvivenza, stia puntando tutte le sue carte su un’adesione alla NATO (che intende come una sorta di polizza vita), è altrettanto ovvio che gli Stati Uniti frenino su certi incauti entusiasmi che, se soddisfatti adesso, potrebbero comportare conseguenze addirittura catastrofiche. Non dimentichiamo, infatti, che l‘art. 5 dello Statuto dell’Alleanza prevede che l’attacco ad un qualsiasi Paese membro – che, in questo caso, diverrebbe l’Ucraina – debba essere considerato come diretto anche a tutte le altre Nazioni che la compongono…Per contro, non è neanche seriamente ipotizzabile che l’Amministrazione Biden sia disposta ad armare ancora gli Ucraini a tempo indeterminato – magari per anni e anni – senza mai porsi il problema di trovare una soluzione realistica del conflitto. Ecco perché, nel quadro di una complessa negoziazione diplomatica con Putin, Biden potrebbe utilizzare l’opzione dell’ingresso di Kiev nella NATO, convincendo Zelensky a rinunciare ad una parte dei territori occupati dai Russi, in cambio dello scudo protettivo che gli verrebbe fornito, ufficialmente ed istituzionalmente, dallo status di membro effettivo dell’Alleanza militare. Sarebbe una via d’uscita pragmatica sia dal vicolo cieco in cui si è infilato Putin, che dall’ossessione di non arrivare al domani in cui, da troppo tempo, vivono gli Ucraini.
Francamente, non vediamo altri mezzi per evitare che l’Europa faccia un folle salto indietro di quattro secoli per riandare ad avventurarsi in una nuova “guerra dei trent’anni”…Pertanto, siamo portati a pensare che l’adesione dell’Ucraina alla NATO sia destinata ad imporsi, inevitabilmente, come la condizione “sine qua non” di ogni futura prospettiva di pace.
Scritto da: Giornale Radio
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