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A cura di Ferruccio Bovio
La scissione dei Cinque Stelle era ormai nell’aria da qualche mese, però, adesso che si è consumata sul serio, la domanda che sono in molti a porsi è quella che riguarda la fine che faranno i milioni di voti che, soltanto quattro anni fa, avevano consegnato il primato dei seggi parlamentari proprio a quella forza politica – allora carica di entusiasmo e di grandiosi propositi – che, invece, oggi sta rassegnatamente dissolvendosi.
Non pochi parlamentari ed elettori si erano già accasati altrove: chi a destra, chi in liste e gruppi autonomi e chi nell’area della sinistra, intesa nel suo senso più ampio. Però, adesso il grosso di coloro che avevano contribuito a realizzare il miracolo del 33% che cosa deciderà di fare? I due tronconi, nati dal Movimento che fu trionfatore nel 2018, hanno ancora una loro – sia pure ormai distinta – capacità di attirare i consensi del corpo elettorale? Oppure navigano, invece, entrambi verso una inarrestabile sorta di polverizzazione? Beppe Grillo non sembra aver più neanche la voglia di rimettersi in gioco…è talmente coinvolto dalle vicende della sua creatura politica che, alle comunali di Genova del 12 giugno, non si è nemmeno presentato alle urne per votare… Di quella rete che indicava la via maestra della democrazia diretta non si sente neanche più parlare, poiché l’illusione populista e le facilonerie un tanto al chilo hanno mostrato tutti i loro limiti dinanzi alle prime difficoltà di governo. Senatori e deputati hanno finito per rinnegare se stessi, adeguandosi ben presto (e molto volentieri) a tutte le regole ed a tutti i vantaggi di quella politica romana che, invece, avevano promesso di aprire “come una scatoletta di tonno”… ed in questo momento pensano soprattutto a che ne sarà di loro, una volta terminata l’ esperienza a Montecitorio o a palazzo Madama. I loro elettori paiono disorientati e sparpagliati e non ci meraviglieremmo troppo se finissero per andare ad allargare l’area del non voto. L’area cioè, della disillusione. L’area di chi non crede più nel gioco democratico, preferendo rinchiudersi in un qualunquismo che reputa sia tutto inutile e tutto marcio. L’area in cui alberga un mix di sconforto e di rabbia che può veramente costituire, a lungo andare, un’insidiosa minaccia per la tenuta di una società liberale e democratica.
Credits: Agenzia Fotogramma
Scritto da: Giornale Radio
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