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today5 Settembre 2023 7
A cura di Daniele Biacchessi
Giuliano Amato interviene oggi sul quotidiano La Repubblica, conferma la sua ricostruzione sul ruolo della Francia nella strage di Ustica e rilancia: chi sa parli. Amato non si è levato alcun sassolino dalle scarpe, non rivela nulla di diverso da quello raccontato nelle sedi istituzionali. Il suo è un semplice bisogno di verità. “A una certa età diventa più urgente, con il tempo davanti che si accorcia ogni giorno”. Ne è scaturito un racconto storico che non aspirava a rivelare segreti sconosciuti, ma ad avvalorare una ricostruzione già custodita in centinaia di pagine scritte dai giudici, nelle svariate perizie, anche nelle inchieste di Andrea Purgatori, ma che si è dovuta arrestare davanti al muro di gomma. “Una ricostruzione che ho potuto fare mia e rilanciare grazie a una quarantennale esperienza dentro le istituzioni dello Stato”. Chi sa parli ora: questo il senso dell’appello di Amato rivolto ai testimoni reticenti, gli ultimi sopravvissuti di una generazione che si sta estinguendo. Amato denuncia l’insofferenza di larga parte della classe politica, Craxi incluso, davanti alla ricerca della verità, contro i tentativi di depistaggio messi in atto da generali e ammiragli. Nessuno aveva interesse a scoperchiare un segreto coperto dalla ragion di Stato o di Stati. “La tragedia di Ustica è un atto di guerra in tempo di pace in un paese a sovranità nazionale limitata”, ammette Amato secondo cui Macron potrebbe aiutare a restituire giustizia a 81 vittime innocenti ancora senza colpevoli, proprio perché non appartiene alla vecchia classe politica. Dunque, anche dal racconto di Amato, emerge che quello che serve oggi non è la mera ricerca della verità, ma tutta la verità. E’ di oggi la notizia che è sparito l’intero archivio del ministero dei Trasporti dal 1968 al 1980. Non ci sono più le carte sulla strage di Ustica, mancano le relazioni sull’attentato alla stazione di Bologna, sulle bombe ritrovate nel ‘69 sui treni a Pescara, Venezia, Milano e Caserta, nulla sull’eccidio dell’Italicus del 4 agosto 1974. Un Paese che vuole guardare al futuro deve fare i conti sul suo passato, anche quando è scomodo.
“Il Corsivo” a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell’angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca.
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Scritto da: Giornale Radio
today6 Novembre 2024 13293 8
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