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today7 Marzo 2023
A cura di Daniele Biacchessi
Si chiamerà MIA (Misura Inclusione Attiva), e sostituirà a breve il Reddito di cittadinanza, voluto dal secondo Governo Conte, dal M5s e dallo schieramento del centrosinistra, e fortemente contrastato dal centrodestra e dal terzo Polo.
Un assegno massimo da 500 euro per le famiglie caratterizzate dall’assenza di “occupabili”; in caso questi ultimi ci siano, bonus da 375 euro. Durata del sostegno tagliata, con un meccanismo a calare, così come i tetti reddituali per accedere. Coinvolgimento delle agenzie per il lavoro private, controlli per evitare i furbetti e conciliazione con i redditi da lavoro per evitare la tentazione del disimpegno. La bozza di riforma, in 12 articoli, prevede che il “vecchio” Rdc possa essere richiesto fino al 31 agosto e comunque erogato fino a fine anno. Poi sarà sostituita dal nuovo provvedimento che di fatto separa le platee tra famiglie con over 60, minori o disabili e quelle senza queste categorie. Anche i minorenni con almeno 16 anni saranno tenuti all’obbligo di partecipazione attiva, formazione e lavoro nel nuovo sussidio contro la povertà se non impegnati in un percorso di studi.
La Misura di inclusione attiva resterà comunque un provvedimento economico, in un Paese dove continuano a vivere in povertà assoluta 5 milioni e 600 mila persone per un totale di 2.2 milioni di nuclei familiari. Ma la povertà è un fenomeno complesso, non basta la presa in carico dal punto di vista economico, ci vorrebbero anche visioni sociali più ampie che al momento non si intravedono.
Scritto da: Giornale Radio
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