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Crolla in Francia il sistema di protezione imposto dalla cosiddetta “dottrina Mitterrand”, secondo cui il paese d’oltralpe garantiva lo status di rifugiato politico a molte persone in fuga da dittature e persecuzioni e anche ad alcuni fuggiaschi condannati dai tribunali italiani per vicende legate agli anni della lotta armata.
Oggi le cose sono cambiate e la polizia italiana arresta sette condannati in via definitiva per reati di terrorismo, banda armata e associazione sovversiva, alcuni anche per omicidio.
Gli arrestati sono Enzo Calvitti, Giovanni Alimonti, Roberta Cappelli, Marina Petrella e Sergio Tornaghi, tutti delle Brigate Rosse; di Giorgio Pietrostefani di Lotta Continua e di Narciso Manenti dei Nuclei Armati contro il Potere territoriale.
I tre ancora ricercati sono Luigi Bergamin, Maurizio Di Marzio e Raffaele Ventura.
Fanno impressione quei nomi, perché erano stati oggetto di un mio vecchio libro del 2004, “Vie di fuga”. Nessuno li cercava, ma tutti sapevano più o meno dove fossero.
I rifugiati in Francia conducevano da sempre una vita normale, erano conosciuti nell’ambiente politico e culturale dei nostri connazionali residenti all’estero.
Per Alimonti e Calvitti, la pena da scontare è rispettivamente 11 anni, 6 mesi e 9 giorni e 18 anni, 7 mesi e 25 giorni. Pietrostefani deve scontare una pena di 14 anni, 2 mesi e 11 giorni per l’omicidio del commissario Luigi calabresi del 17 maggio 1972 a Milano. L’annosa vicenda dei trattati di estradizione tra Italia e Francia che riguardano numerosi ex militanti della lotta armata di sinistra rifugiati in Francia si è sbloccata lo scorso 8 aprile tra Marta Cartabia e il suo omologo francese Eric Dupond-Moretti, prima che per alcuni di loro scattasse la prescrizione.
Ed è questo nuovo sodalizio politico e tecnico che tra Cartabia e Moretti che ha condotto gli investigatori sulle tracce di gente di cui conosceva nome, cognome, indirizzo, recapiti telefonici, perché non avevano fatto nulla per fuggire. Quelle vie di fuga le avevano già percorse quando i pentiti avevano raccontato l’intero organigramma delle organizzazioni del terrorismo degli anni Settanta.
E in Francia avevano cambiato vita, messo su famiglia, trovato lavoro, voltato pagina, lasciandosi però dietro un passato che non passa.
Written by: Giornale Radio
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