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today6 Luglio 2023 10
A cura di Ferruccio Bovio
La villa San Martino di Arcore, nota soprattutto per essere stata la residenza principale di Silvio Berlusconi, diventerà il luogo della memoria dedicato ai tanti successi imprenditoriali, politici e sportivi di quello che, non a caso, fu anche definito come “il Cavaliere di Arcore”. Tuttavia, almeno a chi ha qualche annetto in più, la sontuosa magione non dovrebbe ricordare solamente la stagione frenetica del “Patto con gli Italiani”, delle prime TV commerciali o delle Coppe vinte dal Milan, ma anche qualche titolo di cronaca nera risalente al 1970. E stiamo parlando della tragica vicenda che coinvolse la nobile famiglia dei Casati – Stampa (allora proprietari della villa) in un triplice omicidio/suicidio, che vide il marchese Camillo assassinare la moglie Anna Fallarino e il di lei amante, per poi togliere la vita anche a se stesso sparandosi con un fucile da caccia.
Non staremo qui a soffermarci sulle morbosità che infiammarono quell’Italia di oltre cinquant’anni fa, così assetata di conoscere tutti i dettagli erotici (che, tra l’altro, il marchese annotava scrupolosamente in un suo diario segreto) di una coppia che per funzionare aveva sistematicamente bisogno di un partner occasionale esterno. Ci pare, invece, più interessante orientare il nostro sguardo sul singolare destino che toccò a Villa San Martino che, comunque, non fu il palcoscenico sul quale si consumò il delitto che avvenne, invece, a Roma. Dopo lo sciagurato episodio, la settecentesca casa di Arcore rientra nel ricchissimo patrimonio che la minorenne Annamaria Casati Stampa eredita dai suoi genitori e la cui amministrazione è affidata all’amico di famiglia, Avv. Giorgio Bergamasco, titolare di un importante studio legale in cui sta emergendo la figura di un collaboratore votato ad una rapida e brillante carriera professionale: e stiamo parlando di Cesare Previti. La giovane ereditiera, sconvolta dagli eventi, nel 1972 decide di trasferirsi in Brasile, lasciando carta bianca ai suoi avvocati nella gestione del suo ragguardevolissimo patrimonio.
È il momento in cui Previti, nella sua qualità di vice tutore, riceve l’incarico di vendere Villa San Martino ed è anche quello nel quale la dimora di Arcore – grazie alla mediazione dello stesso Previti – viene acquistata da un rampante imprenditore milanese che si sta già facendo conoscere come leader di Edilnord e di Fininvest.
L’ immobile ha un valore allora stimato circa 1 miliardo e 300 milioni di lire, ma viene venduto per soli 500 milioni di lire, pagati però non in denaro, bensì in titoli azionari non quotati in borsa e, quindi, difficilmente ricollocabili. Di conseguenza, non riuscendo Annamaria a monetizzarli, si vede ben presto costretta ad accettare, sempre tramite l’intervento di Previti, una proposta di Berlusconi che riacquista, in tal modo, i titoli per la quasi irriverente cifra di 250 milioni… Non c’è che dire, un vero affare per un immobile che, all’inizio degli Anni 80, sarà stimato 7,3 miliardi dal sistema bancario…
Nel 1994, ritroveremo Cesare Previti come ministro nel primo governo Berlusconi.
Scritto da: Giornale Radio
today6 Novembre 2024 13316 8
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