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today20 Marzo 2023 1
A cura di Ferruccio Bovio
Il presidente cinese, Xi Jinping, giunge oggi a Mosca per la prima volta da quando ha avuto inizio la guerra in Ucraina. Nei tre giorni che lo tratterranno nella capitale russa, il leader della Repubblica Popolare – potente, si dice, come soltanto Mao lo era stato – sarà impegnato in una serie di colloqui che spazieranno dall’energia al partenariato, dalla cooperazione strategica a quella militare. E’ prevista, inoltre, la sottoscrizione di quelli che le diplomazie di Cina e Russia definiscono “importanti documenti bilaterali”.
Tuttavia, al di là delle enfatiche dichiarazioni ufficiali con le quali Cina e Russia hanno ancora recentemente parlato di “amicizia senza limiti tra i due Paesi”, è bene non scordare che Xi Jinping, pur non avendo mai condannato l’invasione dell’Ucraina da parte di Putin, si è però, fin dal primo momento, espresso – come ha ricordato il ministero degli Esteri cinese – a favore “della pace e del dialogo”. Non solo: nel tentativo di mediare tra Mosca e Kiev per indurle ad accettare almeno un temporaneo cessate il fuoco, il presidente cinese, non più tardi di tre settimane fa, ha anche indicato “la salvaguardia della sovranità e dell’integrità territoriale ed il no convinto all’uso dell’arma nucleare”, come basi essenziali di ogni futuro trattato di pace. Concetti, questi, che, se corrispondessero realmente alla volontà politica di Pechino, non sarebbero facilmente conciliabili con gli obbiettivi espansionistici del Cremlino.
Certo è che, già nel settembre scorso, al vertice dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shangai che si è tenuto a Samarcanda, Putin non poté fare a meno di ammettere che, in un colloquio riservato, Xi Jinping gli aveva manifestato tutta la sua prplessità per la situazione che si era venuta a creare in Ucraina. E di questo c’è sicuramente ben poco da meravigliarsi, considerato che, in questo momento, la principale preoccupazione cinese è quella di non compromettere definitivamente il ricchissimo e fiorente rapporto economico e commerciale con l’Occidente e con l’Europa in particolare: ed in questo senso, la Russia sta creando ai Cinesi un grosso problema, spingendo l’Unione Europea sempre più tra le braccia degli Stati Uniti. Pechino, in questa fase di alta tensione internazionale, avrebbe, quindi, tutto l’interesse a fare chiarezza sulle sue effettive intenzioni, che, a nostro avviso, non possono che essere razionalmente orientate verso una cessazione immediata dei combattimenti. Speriamo lo faccia: in fondo, l’economia russa sta ricevendo un aiuto decisivo da parte della Cina che, in alcuni settori commerciali strategici, si è sostituita agli Europei che se ne sono, invece, andati via. Pertanto, se le vuole giocare, Xi ha in mano delle carte veramente importanti.
Scritto da: Giornale Radio
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