Crolla il ballatoio della Vela, a Scampia: due morti e 13 feriti, sette sono bambini. Grave una ragazza

È accaduto intorno alle 22.40, a Scampia, quartiere di Napoli. Prima un boato, poi il crollo del ballatoio del terzo piano della Vela Celeste, uno degli edifici simbolo del degrado del quartiere della periferia settentrionale del capoluogo campano: la struttura in ferro del terzo piano si stacca e crolla su quelli inferiori. Due morti, 13 feriti di cui sette bambini, secondo il bilancio tracciato dal prefetto Michele di Bari nel corso della riunione del comitato in corso in prefettura. I feriti più gravi sono al Cto e all’Ospedale del Mare, mentre all’ospedale Santobono sono arrivati 7 bambini: due vengono ricoverati, accertamenti su altri 5. Sul posto i vigili del fuoco che hanno scavato tra le macerie e la polizia.

I lavori di riqualificazione dell’edificio

I lavori di riqualificazione della Vela B (la cosiddetta ‘Vela Celeste’) finanziati dal Piano Periferie (con un finanziamento di circa 18 milioni di euro), erano stati annunciati ad aprile nel piano di rigenerazione urbana della giunta Manfredi. Il progetto prevede per questa Vela la riqualificazione degli spazi comuni, del piano dei garage e dei porticati, dei collegamenti verticali e del rifacimento delle superfici orizzontali di copertura. Le sette vele furono costruite tra il 1962 e il 1975 su un progetto dall’architetto Franz Di Salvo. Nel progetto erano previsti anche centri aggregativi e spazi comuni, uno spazio di gioco per bambini e altre attrezzature collettive. Un nucleo di socializzazione che non fu mai realizzato contribuendo al fallimento dell’opera come concepita. E negli anni le Vele sono diventate sempre più sinonimo di degrado, di malavita e spaccio di droga. Poi la decisione di rilanciare radicalmente il quartiere con l’abbattimento della gran parte, la riqualificazione di alcune, e la destinazione in una di esse di alcuni corsi di laurea di Medicina.