L'apertura di Giornale Radio

Referendum: affluenza al 30%

today10 Giugno 2025

Sfondo
share close

A cura di Ferruccio Bovio

Con un’affluenza alle urne intorno al 30%, i quesiti dei referendum si fermano, dunque, ben al di sotto del quorum richiesto per la loro validità. Il segretario generale della CGIL, Maurizio Landini, ha espresso la sua delusione per il modesto risultato ottenuto, affermando che c’è stato, evidentemente, chi “ha scelto di non discutere, di non fare il confronto e aizzando le persone a non votare”. Questo non era, secondo Landini, un voto contro il governo, ma contro “leggi balorde” e, pertanto, l’obbiettivo del Sindacato non era politico. Il leader della CGIL ha poi aggiunto di essere sempre stato consapevole del fatto che non si sarebbe trattato di una passeggiata, “in un Paese come l’Italia, dove c’è una crisi democratica evidente”: tuttavia, questa resta un’esperienza importante. Quanto al suo futuro personale, Landini ha dichiarato di non pensare neanche minimamente di lasciare il sindacato, mentre, in merito ai rapporti con gli altri compagni di cordata referendaria, ha precisato di non avere ancora parlato con nessuno.

Sul versante politico opposto, il vice premier e ministro degli esteri, Antonio Tajani, ha sostenuto che, probabilmente, è giunto il momento di cambiare la legge sui referendum, suggerendo di alzare il numero delle firme richieste per la presentazione di un referendum, anche in considerazione del fatto che, in questa occasione, è stato davvero speso troppo denaro per consegnare centinaia di migliaia di schede per gli Italiani che si trovano all’estero: schede che, tra l’altro, sono spesso tornate bianche. Tajani ha poi anche aggiunto di avere, comunque, un grande rispetto nei confronti di chi è andato a votare, anche se l’esito della consultazione ha rappresentato una sconfitta della sinistra e dell’opposizione che si erano illuse di poter tentare l’assalto al governo, “utilizzando il grimaldello dei referendum”. La cosa – ha concluso il ministro – è, invece, andata male, con il “governo che si è rafforzato e l’opposizione che si è indebolita”. A sua volta, la segretaria del Pd, Elly Schlein, ha affermato che la differenza tra i promotori dei referendum e la destra della Meloni è quella che, mentre oggi i primi sono soddisfatti del fatto che oltre 14 milioni di persone siano andate a votare, i secondi esultano, invece, perché gli altri non ci sono andati. “Ne riparliamo – avverte Schlein – alle prossime politiche”.

10 Giugno 2025

Scritto da: Redazione


GIORNALE RADIO

Giornale Radio, la radio libera di informare.

Notizie del giorno: notizie di cronaca, di politica,notizie dal mondo, notizie sportive, di economia, di salute e tecnologia. Notizie di oggi in radio streaming, in WEB TV e in podcast.