La Cucina italiana è patrimonio dell’umanità

La Cucina italiana diventa, dunque, Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO. A stabilirlo è una decisione – presa dal Comitato Intergovernativo dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, la Comunicazione e l’Informazione – che, poche ore fa, ha, appunto, iscritto la nostra tradizione culinaria nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale.

La premier, Giorgia Meloni, ha immediatamente commentato l’evento, parlando di un “riconoscimento storico che ci onora e celebra la nostra identità”, della quale la cucina italiana è “l’ambasciatore più formidabile”. Meloni ha poi aggiunto che, per il nostro Paese, “la cucina non è solo cibo o una raccolta di ricette ma molto di più: cultura, tradizione e benessere”. Cucinare significa, infatti, anche “prendersi cura di famiglia, amici e ospiti; combinare storia e futuro, tramandare antiche conoscenze e trasformarle costantemente in qualcosa di nuovo”.

E anche il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha salutato il “grande successo”, ottenuto grazie ad un “lavoro di squadra”, in cui “tutti hanno dato il massimo”. Ricordiamo che la candidatura della Cucina italiana “fra sostenibilità e diversità bio-culturale” era stata avanzata nel 2023 dal Collegio Culinario Associazione culturale per l’enogastronomia italiana, in collaborazione con Casa Artusi, con l’Accademia della Cucina Italiana e con la rivista “La Cucina Italiana. Stiamo, pertanto, parlando di un ricco patrimonio che è stato premiato non solamente in funzione della sua storia, ma anche per la sua capacità di adeguarsi a tutte le novità che sono tipiche di un mondo in continua evoluzione.

Non a caso, al momento della presentazione della sua candidatura, era stata sottolineata la capacità della Cucina italiana di assimilare anche nuovi principi quali, ad esempio, il contrasto allo spreco alimentare e la riduzione dei consumi che hanno, quindi, contribuito a farne pure un modello di sostenibilità ambientale. Ricordiamo, inoltre, che, lo scorso anno, il valore dell’export agroalimentare italiano ha toccato i 68 miliardi di euro e che, nei primi otto mesi del 2025, ha fatto registrare un’ulteriore crescita del 6%.