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Morte Simona Cinà in piscina a Bagheria: la Procura smentisce festa “invisibile”

today5 Agosto 2025

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Vestiti sequestrati, alcolici trovati, nessuna alterazione della scena: indagini per omicidio colposo di Simona Cinà coordinate dalla Procura di Termini Imerese.

La Procura della Repubblica che coordina le indagini sul decesso di Simona Cinà – la ventenne originaria di Capaci, che ha perso la vita nella notte tra venerdì e sabato in una piscina di Bagheria – segnala la assoluta infondatezza delle notizie relative al mancato ritrovamento, sui bordi e nella zona adiacente alla piscina stessa, di oggetti (come bottiglie, piatti o bicchieri) che lasciassero ipotizzare che in quel luogo si era tenuta una festa.

In realtà, proprio in quegli ambienti (e soprattutto nel bancone adibito al bar), sono stati rinvenuti diversi oggetti attinenti a un festeggiamento, bottiglie di alcolici comprese. Al momento, non vi sono, quindi, elementi che possano portare a credere che qualcuno abbia alterato l’area in cui sono avvenuti i fatti, facendo scomparire degli elementi utili alle indagini.

I vestiti di Simona Cinà e il loro sequestro

La precisazione della Procura giunge dopo le affermazioni dei parenti della giovane che ieri, incontrando la stampa con i legali, avevano dichiarato di non sapere che fine avessero fatto i vestiti della vittima, chiedendo, pertanto, di “conoscere la verità, perché alcuni fatti non erano chiari”. “I vestiti di Simona Cinà – specifica, invece, la magistratura – non sono stati trovati dai familiari in quanto sottoposti a sequestro e, di conseguenza, sono attualmente a disposizione dell’autorità giudiziaria per il compimento dei successi atti d’indagine”.

Dinamica del ritrovamento e soccorsi

Inoltre, il corpo della ragazza “è stato rinvenuto da alcuni degli ultimi partecipanti ancora presenti alla festa intorno alle ore 4.00”, quando, purtroppo, si trovava esanime in fondo alla piscina, “in un angolo distante, e dotato di scarsa illuminazione”. Almeno due ragazzi si sono immediatamente tuffati nella piscina e hanno recuperato il corpo della ventenne, cercando di rianimarla in attesa dell’arrivo dei soccorritori. Il decesso, secondo quanto reso noto dalla Procura, è stato riscontrato un’ora dopo: e cioè, alle 5 di mattina. Intanto, sono in corso indagini per omicidio colposo contro ignoti.

Responsabilità legali e obblighi di sicurezza nelle piscine private ad uso collettivo

Un aspetto rilevante, rispetto al contesto dell’incidente, è quello sulle responsabilità del gestore o proprietario dell’impianto natatorio, specialmente in presenza di feste private. In Italia, la giurisprudenza stabilisce chiaramente che il gestore o il proprietario di una piscina ha una posizione di garanzia nei confronti dell’utenza: secondo l’art. 40 c.p. e l’art. 2051 c.c., egli deve impedire eventi lesivi e risponde in caso di infortunio o morte se non dimostra che si è trattato di caso fortuito.

In mancanza di idonee misure di sicurezza come cartelli di divieto, illuminazione adeguata, vigilanza, barriere fisiche, la responsabilità penale (anche per omicidio colposo) è concreta. È stato osservato, ad esempio, che l’assenza di assistenza ai bagnanti e segnaletica nelle feste può portare a condanne per negligenza, imprudenza e imperizia del gestore.

Normative recenti per piscine domestiche o private

Normative più recenti approvate dal Consiglio dei Ministri mirano a uniformare le regole anche per le piscine domestiche o private, introducendo obblighi quali barriere, coperture chiudibili, sistemi di allarme e perlomeno presidi di primo soccorso, per ridurre il rischio di incidenti e le relative responsabilità civili e penali. Inoltre, è richiesta una comunicazione formale all’ASL per l’attivazione della piscina, insieme alla predisposizione di un piano di autocontrollo per garantire la qualità dell’acqua.

La legge prevede controlli da parte delle autorità sanitarie locali e sanzioni in caso di inadempienze, configurando, nei casi più gravi, anche responsabilità civili e penali a carico del proprietario o gestore. Quindi, anche nei contesti privati o riservati a eventi, se l’impianto è accessibile a più persone, l’assenza di misure minime può costituire una violazione grave degli standard di sicurezza, con conseguenze penali e amministrative fino a multe elevate o sospensione dell’utilizzo della struttura.

Scritto da: Redazione


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