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USA‑UE: intesa storico‑commerciale con dazi uniformi al 15%

today28 Luglio 2025

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Accordo ufficiale Trump‑von der Leyen: UE acquisterà energia e armamenti USA per centinaia di miliardi – esplorando le clausole chiave e le reazioni europee.

Alla fine, Stati Uniti e l’UE hanno raggiunto un accordo commerciale che prevede il 15% di dazi sui prodotti europei. Ad annunciarlo è stato il presidente americano, Donald Trump, secondo il quale si tratta “della più grande intesa mai raggiunta”.

Intesa – che sembra includere anche un impegno, da parte europea, per l’acquisto di armamenti di produzione statunitense – è stata siglata al termine di un incontro bilaterale tra lo stesso Trump e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. “L’Unione europea – ha detto il leader della Casa Bianca – accetterà di acquistare dagli Stati Uniti energia per un valore di 750 miliardi di dollari, oltre ad investire negli USA 600 miliardi di dollari in più di quanto stiano già investendo”.

Dazi USA-UE: struttura dell’accordo

La struttura dell’accordo prevede una tariffa uniforme per le automobili e tutto il resto fissata al 15%. Tuttavia, Trump ha precisato che per quanto concerne, invece, l’acciaio e l’alluminio “la situazione resta come è”. Il presidente ha, inoltre, aggiunto che l’Unione europea “accetterà di aprire i suoi Paesi membri al commercio a dazi zero” per gli Stati Uniti e di “acquistare una grande quantità di equipaggiamento militare”, esaltando la qualità della produzione americana nel settore.

Reazioni delle parti

In conclusione, sia Washington, che Bruxelles hanno espresso soddisfazione per il risultato raggiunto. “Penso che sarà fantastico per entrambi, per entrambe le parti”, ha commentato Trump, mentre, a sua volta, la von der Leyen ha dichiarato che si è trattato, indubbiamente, di un lavoro duro da parte di entrambi gli staff, ma il risultato definitivo è stato davvero positivo.

Le reazioni in Italia

Intanto, nel nostro Paese, si è registrata una prima reazione da parte di Giorgia Meloni, la quale ha definito l’intesa un fatto positivo, pur manifestando una certa cautela in attesa di approfondirne meglio i contenuti specifici. Infatti – ha detto la nostra premier – “considero positivo che ci sia un accordo, ma se non vedo i dettagli, non sono in grado di giudicare meglio”.

La più grande intesa

Un aspetto curioso legato a questa intesa è che è stata definita da Trump stesso come “the biggest deal ever made” e concretizzata proprio nel suo resort scozzese di Turnberry, dove aveva già siglato accordi simili con altri partner come Giappone e Regno Unito. Tali incontri informali nel suo campo da golf riflettono lo stile negoziale personale dell’amministrazione Trump, che privilegia location simboliche e conversazioni bilaterali in ambienti più ristretti rispetto ai tradizionali summit multilaterali.

Turnberry si trova sul lungomare del Firth of Clyde, nella contea di South Ayrshire, e comprende tre campi da golf, un hotel cinque stelle e una scuola di golf: un luogo di rappresentanza, ma anche celebre per ospitare l’Open Championship del 1977.

Impatti, contesto economico e aspetti tecnici

In parallelo, l’Europa sembrava voler evitare un’escalation di tariffe che sarebbe potuta arrivare fino al 30 % o perfino 50 % se l’accordo non fosse stato siglato entro la scadenza prevista del 1° agosto 2025. Molti osservatori sottolineano che, nonostante la riduzione delle minacce estreme, il 15 % rappresenta comunque un balzo significativo rispetto ai livelli pre‑Trump, mediamente intorno all’1,5 %–1,6 % per le esportazioni europee verso gli USA.

L’accordo include una clausola “zero‑for‑zero” per alcuni beni strategici — quali aerei, parti di aeromobili, prodotti chimici, alcuni farmaci generici e componenti per semiconduttori — esentati da dazi bilaterali. Tuttavia, questioni cruciali rimangono aperte: i dazi su vini, spiriti, prodotti agricoli e farmaceutici non sono ancora definiti, e si prevede che verranno negoziati nei prossimi giorni.

L’intesa non è un trattato vincolante definitivo, ma un framework politico che stabilisce i contorni principali; le clausole tecniche e operative saranno oggetto di ulteriori negoziati e approvazioni formali da parte degli Stati membri dell’UE. In termini economici, mentre stabilizza le relazioni transatlantiche a breve termine, il rischio è che il 15 % si traduca in un aumento dei costi per consumatori e imprese europee, con un impatto sul margine di profitto e la competitività dell’export europeo sul mercato statunitense

Scritto da: Redazione


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