ì
La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale Giorno del ricordo al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”. Ma la“vicenda” non comincia nell’aprile 1945, ma con la fine della prima guerra mondiale. Una storia lunga, fatta di repressioni, di eccidi. Il 6 aprile del ‘41 i paesi dell’Asse invasero la Iugoslavia. Il paese, già teatro di intense divisioni interne, venne smembrato, e l’Italia occupò alcune parti della Dalmazia, del Montenegro e della Slovenia, mentre i nazisti ottenevano la Slovenia settentrionale e occupavano militarmente la Serbia. Nel febbraio del ‘42, la città di Lubiana venne circondata da un muro di filo spinato innalzato dagli occupanti fascisti e presidiato da torri di controllo: in questo modo la città era assediata; i maschi adulti vennero catturati e rinchiusi in campi di concentramento. Tutto considerato, le vittime dell’occupazione italiana in Slovenia (in particolare a Lubiana) furono più del 6% dell’intera popolazione. Molti dei sopravvissuti ai massacri perpetrati dagli italiani e dai tedeschi si unirono alla resistenza antifascista iugoslava, sotto il comando di Josip Broz (nome di battaglia: Tito). La lotta tra l’esercito di Tito e i nazifascisti fu durissima. Dopo l’armistizio (8 settembre 1943), molti italiani sarebbero tornati rovinosamente in patria, prefigurando il successivo “esodo”, di cui parleremo più avanti. Alcuni continuarono però a combattere a fianco dei nazisti (spesso occupandosi di rastrellamenti, esecuzioni, torture), mentre altri si sarebbero addirittura uniti a Tito. Man mano che liberava parti dei territori occupati, l’Esercito popolare di Tito organizzava comitati popolari governativi, stabilendo le basi per il futuro della Iugoslavia. Un futuro che purtroppo prevedeva, nei confronti di molti italiani in Istria ed in Dalmazia, una spietata resa dei conti che si sarebbe realizzata con l’eccidio delle foibe.
All’interno della puntata, la testimonianza di Graziano Udovisi – uno dei pochi sopravvissuti all’eccidio – tratta da una puntata di Mixer del 1991.