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A cura di Lapo De Carlo
Prima che la Russia invadesse l’Ucraina Chernobyl era sinonimo di disastro, radiazioni, morte, nube tossica ma anche segreti, silenzi, politica spregiudicata e indifferenza per la vita umana.
L’incidente nucleare che il 26 aprile 1986 ha portato una nube tossica a diffondersi in Russia, Bielorussia e Ucraina, per poi arrivare anche nel resto dell’Europa, con conseguenze impossibili da calcolare nella loro effettiva efficacia, resta uno dei fatti più sconvolgenti del secolo scorso.
La centrale nucleare è un impianto dove si produce energia elettrica usando come ‘combustibili’ i nuclei degli atomi, rinunciando così al petrolio, al carbone o il gas naturale,
Gli Stati Uniti nel 1955 per primi costruirono una centrale nell’Idaho, diversi anni dopo però, negli anni ’80, l’Unione Sovietica, in piena guerra fredda decise di concentrare una parte importante della sua produzione energetica proveniente dall’atomo.
Un impianto del genere però richiede un enorme attenzione alle norme per la sicurezza.
Il fatto che queste siano state disattese per imperizia, superficialità e ottusità politica, da quel giorno ha creato un senso di disagio, di vulnerabilità.
Le prime scarne notizie arrivate anche in Europa, quando i telegiornali, per raccontare fatti senza copertura di immagini mettevano solo una cartina.
Ecco come il tg 1 dava la notizia appena arrivata
Ogni tragedia ha dei protagonisti, alcuni colpevoli, altri innocenti. Nella ricostruzione fatta da La storia siamo noi, condotta da Giovanni Minoli si descrive il contesto e le persone dietro alla vicenda che ha innescato la tragedia in una sola ora
Alla base del disastro vi sarebbero stati errori di procedura nel corso di un test di sicurezza sul reattore nucleare RBMK nº 4 della centrale, finalizzato a ottenere la definitiva omologazione dell’impianto, che consisteva nel verificare la possibilità di alimentare le pompe del sistema di raffreddamento anche in caso di black-out elettrico
Il test, effettuato dopo la mezzanotte ha diversi intoppi come testimonia Boris Stolyarchuck, capo unità di controllo di Chernobyl
La situazione è ancora gestibile ma diventa irreparabile quando il vice capo ingegnere ordina di far ripartire il reattore anche se questo implica una situazione priva di controllo
Questa la ricostruzione del momento drammatico
Il danno è irreparabile, l’apocalisse sta per avere inizio in un misto di inconsapevolezza, superficialità ed errori imperdonabili commessi in passato nella gestione della centrale di Chernobyl, errori anche di carattere politico.
L’esperimento e la precarietà delle misure di sicurezza della centrale innescano la fusione del nocciolo, l’esplosione del “reattore 4” e il collasso dell’intera struttura che lo proteggeva.
Una nube carica di particelle radioattive micidiale si sprigiona senza possibilità di poterla arginare. Le autorità però intervengono tardi e organizzano le evacuazioni della popolazione con grave ritardo
I venti spargono le particelle nell’atmosfera e vengono contaminate in pochissimo tempo intere regioni di Ucraina, Bielorussia e Russia.
Questo il resoconto sempre più preoccupato del TG1 dalla voce del conduttore Vittorio Citterich
La nube raggiunge poi gran parte dell’Europa occidentale, contaminata anch’essa (seppure in misura minore). All’inizio le autorità cercano di nascondere l’accaduto, ma dopo alcuni giorni la verità emerge in tutta la sua drammaticità. In Italia si scatena il panico, la richiesta da parte delle autorità è quella di non uscire di casa se non motivi particolarmente urgenti.
Così ricostruisce quei momenti drammatici un giovane Enrico Mentana
In Italia la gente si adatta, ha paura e corre ai ripari con alcune cautele che servano in qualche modo a non essere soggetti a radiazioni che potrebbero arrivare dalla frutta e dagli ortaggi ma anche stando attenti con piccole norme che ricorda Mimmo Liguoro, alla conduzione del TG2 e che caratterizzano una reazione scombussolata delle persone
Dopo l’incidente viene inviata una spedizione per accertare quanto carburante nucleare sia ancora nel reattore
Le conseguenze sono disastrose e come sempre colpiscono le persone più fragili, più indifese e dunque più esposte. Ecco le testimonianze in un servizio della Rai di qualche anno fa
A distanza di vent’anni Piero Angela visita Chernobyl e ricostruisce così quello che ne resta
L’UNSCEAR, il Comitato scientifico delle Nazioni Unite per lo studio degli effetti delle radiazioni ionizzanti ha condotto per 20 anni una ricerca sugli effetti del disastro. l’UNSCEAR ha affermato che fino al 2005 tra residenti della Bielorussia, la Federazione Russa e l’Ucraina, ci sono stati più di 6 000 casi di tumore alla tiroide in bambini e adolescenti che sono stati esposti al momento dell’incidente, e più casi sono da aspettarsi nei prossimi decenni. Indipendentemente dall’incremento delle misure di prevenzione e screening.
La centrale era una delle prime ma la causa di quel disastro è stata unicamente colpa degli uomini. Il fatto che ancora oggi si sia recentemente combattuto intorno alla centrale di Chernobyl per conquistarla e che per parecchi giorni la struttura sia stata più un obbiettivo militare che un luogo in cui usare la massima cautela, dimostra solo che le tragedie si ripetono perché il loro significato viene dimenticato in fretta.
L’uomo è il peggior nemico dell’uomo
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