L'opinione

Cani “problematici” tra black list e patentino

today18 Febbraio 2025

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A cura di Ferruccio Bovio

Di fronte all’ennesima tragedia che ha visto, questa volta, una bambina di nove mesi perdere assurdamente la propria vita per l’attacco del pitbull di casa, si pone, in maniera sempre più urgente, la questione di come fare per evitare che simili episodi abbiano nuovamente a ripetersi. Francamente – e lo diciamo da appassionati amanti dei cani – cominciamo a non poterne più di sentir parlare di razze canine “potenzialmente problematiche” soltanto se affidate a persone inesperte o, comunque, inadeguate. E’ vero che non tutti i pitbull o i rottweiler sono pericolosamente aggressivi, tuttavia non possiamo nemmeno ignorare il fatto che, così come alcuni cani sono stati selezionati per la caccia o la ricerca dei tartufi, altri lo sono stati, invece, attraverso un lungo lavoro di affinamento delle loro qualità di attacco. Qualità che spesso, tra l’altro, vengono pure utilizzate nei mai troppo stramaledetti combattimenti clandestini. Ed a questo proposito, è importante, quindi, fare chiarezza e precisare che non stiamo parlando di animali da compagnia, ma di cani che, magari in uno scenario di guerra, possono rivelarsi anche indispensabili, ma che in un salotto domestico – tra bambini che gridano ed anziani che barcollano – sono davvero fuori luogo.

Insomma, ci pare evidente che, in generale, siano un po’ troppi i cinofili che stentano a capire che un conto è accogliere in casa un labrador e un altro è farlo con certi molossi che non possono essere trattati come dei bambini perché non lo sono assolutamente. Pertanto, illudersi di poter coccolare ed addolcire un dogo argentino dandogli dei biscottini come fosse un simpatico pupazzetto da regalare ai nostri nipotini, senza considerare la complessità delle sue esigenze fisiche e mentali, è un’autentica follia. Infatti, l’inattività vissuta dinanzi al fuoco di un caminetto – quasi fosse un tranquillo pensionato che legge beatamente il suo giornale – non farà altro che aumentarne le pulsioni di ansia, distruttività ed aggressività. E, per la verità, si tratta di criteri di accoglienza che dovrebbero valere per ogni tipo di cane: soltanto che un conto è il morso di un volpino ed un altro è quello un mastino napoletano…Da troppi anni è in corso un dibattito piuttosto sterile tra chi propone la compilazione di una sorta di black list delle razze canine da bandire “senza se e senza ma” e chi, invece, obietta che, in fondo, tutti i cani sono docili e affettuosi, basta saperli prendere per il verso giusto.

Di conseguenza, secondo quest’ultima corrente di pensiero, per superare ogni tipo di difficoltà, basterebbe affidare tutti i soggetti “potenzialmente problematici” a persone che abbiano frequentato determinati corsi di addestramento ed abbiano conseguito un patentino di abilitazione all’acquisto ed alla conduzione delle razze canine più impegnative da gestire. Poi, naturalmente, ci sarà sempre il caso di chi vuole “farsi” il pitbull per intimorire e minacciare il prossimo e riuscirà – in barba ad ogni forma di autorizzazione – a procurarsene uno lo stesso, esattamente come potrà disporre di una pistola anche senza avere il porto d’armi…Ma qui entriamo in un campo in cui l’etologia, lascia spazio ai Carabinieri…E voi, amici ascoltatori, ritenete sia sufficiente l’adozione del patentino obbligatorio, oppure optereste per soluzioni più drastiche come, ad esempio, la sterilizzazione delle razze canine maggiormente aggressive?

Scritto da: Redazione


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