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A cura di Ferruccio Bovio
Il deputato della Lega, Igor Iezzi, ha depositato alla Camera una proposta normativa per rendere illegale l’utilizzo di copricapi e altri accessori che – si legge nel testo presentato – siano idonei a “a celare il volto, come nel caso del burqa o del niqab”. E la “ratio” che lo ha ispirato non riguarda soltanto “motivi di ordine pubblico”, ma risponde anche (e soprattutto) all’esigenza di tutelare la dignità della donna, così come previsto sia dalla Costituzione italiana, che dal Trattato di Lisbona. Si tratta, dunque, di una proposta di principio che va a inserirsi nell’ambito di una più ampia iniziativa legislativa che, sempre lo stesso Iezzi, sta attualmente promuovendo anche in relazione a determinati episodi di violenze sessuali collettive, come quelli avvenuti durante i festeggiamenti di Capodanno a Milano. Episodi che – spiega il parlamentare leghista – non sarebbero stati un fatto occasionale, ma rientrerebbero, invece, in un rituale di violenza sessuale di gruppo – denominato “taharrush gamea” – nato in Egitto e ora in via di diffusione anche in Europa.
Comunque, per quanto concerne l’eventuale nuovo reato di “costrizione all’occultamento del volto”, la sanzione penale prevista consisterebbe nel carcere fino a 2 anni, cui potrebbe pure aggiungersi una multa fino a 30mila euro. Inoltre, come pena accessoria, verrebbe anche preclusa la richiesta di cittadinanza. In pratica, la proposta in questione, andrebbe a sostituirsi a una legge al momento in vigore e la cui promulgazione risale al 1975 – e cioè agli Anni di Piombo – quando, per impellenti motivi di sicurezza, venne introdotto il divieto di nascondere il proprio volto, salvo “giustificato motivo”. In particolare, ciò che distingue essenzialmente la norma che ha in mente Iezzi, rispetto a quella ancora vigente, risiede nell’attenzione che essa presta non soltanto nei confronti di chi nasconde il proprio volto impedendone il riconoscimento, ma anche in quelli di chi tale pratica la impone “con violenza, minaccia o abuso di autorità ovvero in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura o ingenerando nella persona un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto”.
La finalità di questa proposta di legge, va, dunque, ben al di là del puro e semplice intento di garantire la sicurezza pubblica, ma si propone, invece, di favorire una più completa integrazione della donna nella società civile italiana. Naturalmente, da parte di alcune aree politiche, si sono subito levate critiche e stroncature, secondo le quali le questioni attinenti alle libertà femminili “richiederebbero ben altro approccio e visione”. Pertanto, l’idea di Iezzi altro non sarebbe se non la “riproposizione di una fobia antislamica” di cui il Paese non avrebbe affatto bisogno. E voi, amici ascoltatori, cosa ne pensate? Ritenete che sia davvero illegittima l’imposizione di scoprire il viso per tante dame velate?
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21 Gennaio 2025
Scritto da: Redazione
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