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A cura di Ferruccio Bovio
L’ex ministro della Cultura ed oggi ancora autorevolissimo esponente del Partito Democratico, Dario Franceschini, intervenendo in Senato ad una riunione del suo Gruppo parlamentare che discuteva sulla questione del doppio cognome da assegnare ai neonati, ha avanzato una proposta che ha, in qualche modo, colto di sorpresa i suoi stessi colleghi di partito. Chiede, infatti, Franceschini che, ai figli, venga dato un solo cognome: non più però quello del papà, ma bensì quello della mamma. Inutile, secondo lui, “creare infiniti problemi con la gestione dei doppi cognomi o con la scelta tra quello del padre e quello della madre”: molto meglio, invece, dopo secoli in cui chi nasceva assumeva automaticamente il cognome del padre, stabilire adesso per legge che, d’ora innanzi, prenderà soltanto quello della madre. In fondo – argomenta il senatore bolognese – si tratta di una decisione semplice e che rappresenterebbe anche una forma di “risarcimento per un’ingiustizia secolare che ha avuto non solo un valore simbolico, ma è stata pure una delle fonti culturali e sociali delle disuguaglianze di genere”. L’idea di Franceschini va ad inserirsi in un vuoto legislativo che è venuto a crearsi tre anni fa, quando una pronuncia della Corte Costituzionale aveva giudicato illegittimo quel tradizionale automatismo, in virtù del quale ai neonati è sempre stato assegnato il cognome paterno.
Per la verità – perlomeno a giudicare dai numeri dei bambini che, nei due anni successivi alla sentenza della Consulta, sono stati registrati alle anagrafe con il doppio cognome (solo 46mila in tutta Italia) – non si direbbe che la questione legata al modo di chiamare i propri figli sia poi così al centro degli interessi e delle priorità delle coppie italiane…Tuttavia, l’iniziativa di Franceschini ha avuto, se non altro, il merito di smuovere un po’ le acque di uno stagno che altrimenti – come spesso succede in Parlamento – finiscono per ristagnare oltre il tollerabile. Certo, non si può dire che la proposta abbia suscitato particolari entusiasmi, soprattutto tra i partiti della maggioranza di Governo, con qualche parlamentare che l’ha definita “una provocazione irricevibile”, che altro non farebbe se non sostituire un’impostazione patriarcale con un’altra di tipo matriarcale. Ma anche tra le opposizioni, c’è stato chi si è chiesto, ironicamente, se davvero siano queste le priorità che deve affrontare il Paese e chi, invece, ha osservato che “non si risponde a una discriminazione, sia pur millenaria, con un’altra discriminazione”. E voi, amici ascoltatori, che opinione avete in proposito? Siete d’accordo con noi sul fatto che, almeno per quanto riguarda l’assegnazione di un cognome, sarebbe meglio lasciare spazio alla libera volontà dei genitori, senza prevedere interferenze di qualsiasi altra natura?
Credits Foto: Freepik
27 Marzo 2025
Scritto da: Redazione
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