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A cura di Ferruccio Bovio
Oggi, mercoledì 28 maggio, il mondo intero celebra la Giornata del Gioco, istituita nel 1998 dalle Nazioni Unite le quali, non a caso, nella Convenzione per i diritti dell’infanzia, riconoscono il diritto del bambino al riposo, al tempo libero ed all’impegno in attività ludiche e ricreative adeguate alla sua età. E in effetti, quella di giocare è una cosa assolutamente seria per la funzione che essa svolge nell’aiutare i bambini a socializzare ed a sentirsi, quindi, come parte integrante di un gruppo. A tal fine, non servono oggetti particolarmente sofisticati o costosi, poiché il gioco è un fatto naturale che quasi sempre nasce, semplicemente, dalla fantasia e dalla voglia di divertirsi. In particolare, il giocare all’aperto favorisce lo sviluppo di capacità e talenti che si acquisiscono e si perfezionano attraverso quel contatto con la natura che spesso, purtroppo, manca a chi vive (e, quindi, gioca) nelle grandi città. Tutto questo senza però, voler affatto sminuire le positività che, talvolta, possono assumere anche i giochi che si fanno davanti ad uno schermo. Giochi che, se scelti con attenzione e correttamente regolamentati – soprattutto in quanto a tempo da dedicare ad essi – possono magari contribuire positivamente ad affinare le attitudini tecnologiche dei minori.
Di solito, per un genitore, avere un figlio che dedica molto tempo allo studio ottenendo lusinghieri risultati scolastici è motivo di grande soddisfazione. Tuttavia, guai a sottovalutare anche il fatto che la crescita equilibrata di ogni bambino richiede pure la presenza di uno spazio temporale dove il piccolo possa gestire ed inventare qualunque cosa che la sua fantasia gli suggerisca. Per parte nostra, vi proponiamo di approfittare di questa Giornata per soffermarvi a riflettere sul ruolo svolto dal gioco nella formazione della personalità umana e su come esso sia, indubbiamente, importante fin da quando si nasce, ma non smetta, comunque, di esserlo neppure quando si è ormai andati parecchio avanti con gli anni…Il gioco è, infatti, strettamente collegato al bisogno di spontaneità e rappresenta, pertanto, un ambito nel quale le persone di tutte le età possono lasciarsi andare e rilassarsi senza temere di essere giudicate. Quando, invece, questa valvola di scarico è assente – perchè relegata alla sola infanzia – sorge allora il rischio di sviluppare una visione rigida e limitante della vita. Al contrario, la propensione al gioco anche da adulti, consente, invece, di riscoprire quella parte di noi stessi che è rimasta autentica e briosa e che, se finalmente recuperata, contribuirà probabilmente ad infonderci un senso più compiuto di benessere e di sicurezza interiore. E voi, amici ascoltatori, anche se magari avete già ampiamente superato gli “anta”, riuscite ancora a ritagliare, nelle vostre esistenze, tempo, voglia ed energie da dedicare al gioco? Oppure lo percepite, più che altro, come una imbarazzante regressione infantile?
Credits Foto: Freepik
28 Maggio 2025
Scritto da: Redazione
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