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L'opinione

La Toscana anticipa tutti sul “fine vita”

today13 Febbraio 2025

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A cura di Ferruccio Bovio

Il Consiglio regionale della Toscana ha, dunque, approvato una legge sul fine vita che rappresenta il primo vero tentativo – fatto in Italia – di dare una risposta concreta ad un problema particolarmente delicato e, di conseguenza, anche divisivo come pochi altri. La normativa appena varata tra lo spunto da una proposta di iniziativa popolare dell’Associazione Luca Coscioni, che si poneva l’obbiettivo di dare un seguito alla sentenza pronunciata dalla Corte Costituzionale nel 2019, nella quale la Consulta aveva indicato i quattro requisiti essenziali per consentire un eventuale accesso al “suicidio medicalmente assistito”. E stiamo parlando della piena capacità di scegliere di un individuo; della sua dipendenza dalle apparecchiature che lo tengono in vita; delle sofferenze che lo affliggono e dell’impossibilità di essere adeguatamente curato per la sua patologia. Nel bene o nel male, a seconda di come la si possa pensare, la Regione Toscana ha svolto, quindi, in questo caso, una funzione da “apripista” in uno scenario che, a distanza di ormai quasi sei anni dalle indicazioni fornite dalla Corte, è ancora caratterizzato dalla riprovevole assenza di un legge quadro nazionale.

A cosa è dovuta l’inerzia – sostanzialmente trasversale – del nostro Parlamento, su un tema così umano ed angosciante? Forse al fatto che il dolore e la disperazione individuale siano da considerarsi come fenomeni marginali e, quindi, politicamente quasi irrilevanti? Oppure ad una certa tendenza a dare per scontato il dato che, in fondo, l’immobilità, il dolore fisico o l’impossibilità di comunicare, altro non siano se non – purtroppo – degli effetti inevitabilmente connessi a certe malattie e, quindi, non meritevoli di particolari attenzioni legislative?
Francamente, a noi non pare accettabile che Camera e Senato continuino a giustificare i loro ormai annosi ritardi, adducendo banalmente, come scusa, le difficoltà che si incontrano ogni volta che si devono affrontare i cosiddetti “temi eticamente sensibili”. Diano, pertanto, delle risposte, in un senso o nell’altro, ma le diano sul serio, evitando così di consegnare ad una penosa e logorante incertezza il destino di troppe persone, che hanno varcato la soglia dell’insopportabile sofferenza. E anche voi, amici ascoltatori, ritenete che, sulla questione del “fine vita”, per la politica italiana, sia giunto il momento di uscire finalmente allo scoperto e di chiarire, una volta per tutte, quali siano i suoi reali intendimenti?

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13 Febbraio 2025

Scritto da: Redazione


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