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L'opinione

Piccole suore crescono in Vaticano

today9 Gennaio 2025

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A cura di Ferruccio Bovio

Forse, con tutto il rispetto dovuto alla sua persona e soprattutto al ruolo che ricopre a livello mondiale, potremmo definire un tantino ondivago l’atteggiamento che papa Bergoglio tende ad assumere nei confronti della componente femminile del clero. Ad esempio, alla recentissima (e probabilmente infelice) battuta sulle “suore con le facce d’aceto” ha fatto immediatamente seguito la nomina, per la prima volta nella storia della Santa Sede, di una donna – suor Simona Brambilla – alla guida del dicastero che coordina e guida tutti gli ordini religiosi del mondo, sia maschili, che femminili. Certo, i riferimenti indubbiamente maschilisti che il pontefice ha riservato alla presunta acidità delle suore – quasi a sottolineare la predisposizione “zitellesca” ad una certa spigolosità di carattere talvolta attribuita a chi non si sposa – ha finito pure per provocare un infastidito risentimento da parte di numerose religiose nel mondo: come, del resto, confermato anche da diversi commenti apparsi sui social.

Tuttavia, se andiamo a considerare più la sostanza della forma, non possiamo fare a meno di prendere atto, con soddisfazione, che l’incarico appena conferito a suor Brambilla è tutt’altro che una cosa da poco, poiché comporta il governo ordinario e la disciplina sui membri di ogni ordine religioso, sulla loro formazione, sui beni economici e sulla loro amministrazione, sulle fusioni di ordini religiosi in via di estinzione, sulla facoltà di vivere al di fuori di un convento e sull’indulto. Insomma, non c’è che dire, un carico di lavoro decisamente importante e delicato, a testimoniare – almeno in questa circostanza – della volontà pontificia di riconoscere e valorizzare, anche ai massimi livelli, le qualità dell’impegno femminile nell’ambito della Chiesa. Resta, comunque, il fatto che in Vaticano, al di là della volontà dei singoli e del significativo passo in avanti rappresentato dal caso di suor Simona Brambilla, la via da percorrere verso un maggiore coinvolgimento delle donne nella gestione del potere effettivo appare ancora piuttosto lunga e accidentata.

D’altra parte, se andiamo a ben vedere, è la struttura stessa della società ecclesiastica – così come, del resto, anche quelle di alcune altre confessioni – a caratterizzarsi, fin dalle sue origini, in un senso profondamente maschilista, visto che a governarla è sempre stata una forma di autorità insindacabile ed incarnata da un sacerdote uomo. E voi, amici ascoltatori, che opinione avete su questi temi? Ritenete che, in una fase in cui la Chiesa cattolica – specialmente in Europa – sta conoscendo momenti di secolarizzazione e di crisi delle vocazioni, un’eventuale apertura al sacerdozio femminile potrebbe magari apportarle, positivamente, energie ed entusiasmi nuovi?

Credits Foto: Agenzia Fotogramma

9 Gennaio 2025

Scritto da: Redazione


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