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A cura di Ferruccio Bovio
Sono passati sessant’anni da quella notte del maggio 1965, in cui un Keith Richards terribilmente assonnato incise, su una cassetta del suo registratore Philips, alcuni accordi di chitarra che gli pareva potessero funzionare. Poi si addormentò del tutto e la mattina dopo si precipitò da Mick Jagger per farglieli ascoltare e per sentire cosa ne pensasse… ma non ci fu neanche il tempo di tradurre l’improvvisato “riff” in un brano fatto e finito, che “Satisfaction” era già volata ai vertici di tutte le hit parade del Pianeta, diventando, di colpo, una sorta di inno all’insoddisfazione generazionale per milioni di giovani che, in quel periodo, faticavano ad integrarsi in società ormai intorpidite che, non a caso, stavano per essere travolte dall’avvento del 68 e della sua grande ondata di contestazione globale.
Mentre i Beatles – all’ombra dei quali, fino a quel momento, i Rolling Sones erano in parte vissuti – stavano per orientare i loro orizzonti culturali verso quella filosofia indiana che arriverà ad influenzare persino la loro musica (si pensi, ad esempio, all’introduzione del sitar nel meraviglioso “Norwegian Wood” nell’album Rubber Soul), i cinque musicisti ribelli di Londra sceglievano, invece, di gridare al mondo le loro frustrazioni ed i loro tormenti senza via d’uscita, cantando, appunto, “I can’t get no satisfaction”. A distanza di tanto tempo, viene da dire che saranno anche stati 60 anni di insoddisfazione , ma non certo di noia…Se c’è, infatti, una musica che non ci ha mai stancati è proprio quella di questi ragazzacci londinesi (unitamente, è ovvio, a quella dei Fab Four di Liverpool).
A guardarli nelle foto di allora, gli Stones sono oggi quasi irriconoscibili e possono, al massimo, sembrare lontani parenti degli usurati e vecchi arnesi che compaiono, invece, nelle immagini degli ultimi 20 anni. Tuttavia, lo spirito di trasgressiva ribellione è rimasto sempre lo stesso di quel mitico maggio del 65, in cui nacque un inno a tutte le nevrotiche insoddisfazioni di fine Novecento.
Che sapienti alchimie mediche, in qualche modo, vi salvino dai vostri eccessi e vi conservino ancora a lungo, formidabili maestri di rock e di sovversione culturale! E anche voi, amici ascoltatori, siete dell’idea che l’esperienza musicale vissuta dai due mitici gruppi inglesi abbia raggiunto livelli di qualità forse impossibili da superare?
Credits Foto: IPA Agency
27 Maggio 2025
Scritto da: Redazione
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