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A cura di Ferruccio Bovio
In Dubai, a Cop 28, un’iniziativa del presidente francese Macron è riuscita a coinvolgere una ventina di 20 Paesi intorno al programma di triplicare la produzione di energia nucleare entro il 2050. Fra i governi firmatari, oltre ovviamente al proponente, figurano anche quelli di Gran Bretagna, Canada, Corea del Sud, Moldavia, Marocco, Paesi Bassi, Polonia, Svezia, Ucraina ed Emirati Arabi Uniti. In particolare, il premier belga Alexander De Croo, che nel primo semestre 2024 avrà la presidenza di turno dell’Unione Europea, ha espresso il proposito di ospitare il primo vertice mondiale sul nucleare a marzo, da organizzarsi in collaborazione con l’AIEA (l’Agenzia internazionale per l’energia atomica).
L’Italia non ha aderito alla proposta di Macron, perché vincolata dall’esito dei due referendum del 1987 e del 2011 che affossarono ogni tipo di prospettiva di sviluppo atomico nel nostro Paese. Tuttavia, di questo delicatissimo problema non si è mai del tutto smesso di parlare: ad esempio, Matteo Salvini si è detto, più volte, favorevole all’apertura di una centrale nucleare a Milano entro il 2032. E la stessa Giorgia Meloni, affrontando l’argomento proprio a Cop 28 in Dubai, ha affermato di non avere preclusioni su nessuna tecnologia che possa essere sicura e che possa essere d’aiuto nel diversificare le produzioni energetiche. Tra l’altro, Meloni ha anche testualmente aggiunto che, a suo avviso, “la grande sfida italiana, anche se è un po’ di là da venire, sarà il tema della fusione nucleare che potrebbe essere la soluzione domani di tutti i problemi energetici”. Sulla stessa lunghezza d’onda si trova anche il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, secondo il quale, a lungo termine, “quella del nucleare è la migliore scelta possibile”.
Sono passati ormai più di 36 anni dal disastro di Chernobyl e, in tutto questo tempo, sono indubbiamente stati compiuti molti passi in avanti sul cammino che porta ad una piena messa in sicurezza delle centrali nucleari. Ciò nonostante, non più tardi di due giorni fa, l’agenzia ucraina Energoatom ha rivelato che a Zaporizhzhia si è sfiorato un incidente nucleare e radioattivo a causa di un blackout completo dell’impianto che poi, per fortuna, è stato risolto.
Pertanto, prima di riconsiderare le scelte anti nucleari prese in passato, non sarebbe forse il caso di risondare, comunque, il parere degli Italiani con un nuovo referendum?
4 Dicembre 2023
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Scritto da: Giornale Radio
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