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L'opinione
today20 Febbraio 2024
Di chi è quel cantiere fiorentino in cui, venerdì scorso, è avvenuto il disastro che è costata la vita a cinque operai? Praticamente di nessuno…Si, indubbiamente, esiste la Società proprietaria del nuovo supermercato che era (e rimane) in costruzione ed esiste pure una ditta incaricata dei lavori, il cui assetto azionario riporta direttamente al medesimo colosso della Grande Distribuzione. Tuttavia, a volersi inoltrare più nei dettagli nella catena di assegnazione dei lavori dell’opera edilizia in questione, ci si va a smarrire in un indecifrabile labirinto di sub appalti, che hanno portato alla compresenza di un numero elevatissimo di “sotto imprese” (si dice tra le 30 e le 60) sul medesimo luogo destinato, prima o poi, ad accogliere il nuovo e modernissimo punto vendita. E si va, inoltre, a scoprire che l’azienda appaltatrice del cantiere toscano è la stessa coinvolta in una serie di incidenti capitati in quello genovese di San Benigno lo scorso anno. Purtroppo, non siamo in presenza di “casi limite”, ma al contrario della più scontata normalità rispetto a quanto succede oggigiorno nel campo nell’edilizia: soprattutto da quando, lo scorso aprile è entrato in vigore un riformato “Codice degli appalti” che, modificando la precedente normativa, ha facilitato notevolmente il ricorso ai cosiddetti “appalti a cascata”, i quali consentono alle ditte sub-appaltanti di subappaltare a loro volta, dando così origine a catene potenzialmente infinite. Un sistema che, in sostanza, rende quasi impraticabile il percorso che dovrebbe portare all’individuazione delle responsabilità, le quali finiscono, quindi, per ricadere – sempre e sistematicamente – solo sulle imprese che eseguono, in concreto, i lavori sul campo. Imprese che, sentendosi stritolate dalle difficoltà loro imposte da tempi di realizzazione e da costi insostenibili, si vedono spesso costrette a sacrificare, sull’altare dell’efficientismo, sia la sicurezza, che le retribuzioni dei dipendenti.
Pertanto, condanniamo il fatto che la sicurezza sul lavoro non sia, quasi mai, considerata come il punto di partenza, ma ci si accorga, invece, della sua importanza soltanto a disastro avvenuto. La politica – sia a livello nazionale, che locale – si deve, dunque, svegliare, perché servono controlli molto più seri. E servono subito. Immaginiamo che siate d’accordo con noi.
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20 Febbraio 2024
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Scritto da: Giornale Radio
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