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L'opinione
today23 Febbraio 2024
Si celebra oggi, 23 febbraio, la Giornate europea contro la violenza sulle donne e l’argomento sarà trattato a fondo non solo presso il Parlamento di Strasburgo, ma anche in convegni nazionali, nel corso dei quali, si affronterà seriamente il tema relativo al significato da attribuire al termine “consenso”, quando si parla di rapporti sessuali. Come, in passato, è già stato evidenziato dalla presidente della Corte di Cassazione, Margherita Cassano, i femminicidi spesso non rappresentano altro che il tragico epilogo di una lunga sequenza di reati – cosiddetti “spia” – che costituiscono le premesse di quello che poi si concretizza in un delitto tragicamente irreparabile.
Ma è proprio in Europa che il valore del tema del consenso rischia oggi di essere ridimensionato, dal momento che il Consiglio europeo pare abbia in cantiere una Direttiva contro la violenza sulle donne, che non prevede il requisito del “consenso esplicito” per poter escludere l’ipotesi del reato di stupro. E se, quindi, fosse questa impostazione a prevalere, lo stupro non sarebbe più considerato un reato europeo, ma resterebbe demandato all’ordinamento di ogni Paese: ad esempio, in Svezia e Spagna la legge prevede il consenso esplicito, ma in Italia no.
Per “consenso esplicito” sessuale deve intendersi una comunicazione verbale con la quale si afferma la propria volontà di praticare un rapporto sessuale. L’incontro sessuale deve, quindi, avvenire esclusivamente nella più totale consapevolezza dei soggetti che decidono di realizzarlo. Inoltre, tale consenso non va inteso come un via libera assoluto e permanente, perché può essere revocato in ogni momento. Pertanto, il consenso, per essere valido, ha bisogno di essere espresso ogni singola volta, poiché deve essere a tutti chiaro che un “si” non vale per sempre. Di conseguenza, non sono ammessi fraintendimenti – dovuti a fattori come sguardi, luoghi, abbigliamento o l’aver già avuto rapporti sessuali con una determinata persona – poiché questi non configurano assolutamente una forma di adesione così esplicita, quale è, invece, quella richiesta per il consenso verbale e che si esprime liberamente attraverso un classico “si”.
Probabilmente, la distinzione tra “consenso esplicito “ e “consenso implicito” darà ancora, per lungo tempo, del filo da torcere a magistrati, avvocati, sociologi e psichiatri, perché la pretesa di interpretare le intenzioni di una donna sulla base di come, apparentemente, si pone nei confronti degli altri, sarà ancora dura a morire…tuttavia, a noi sembra che, su questa materia, sia giunto il sacrosanto momento di fare tutti quanti un rivoluzionario salto culturale. Siete d’accordo pure voi ? Immaginiamo di si.
Risultati del sondaggio sui nostri social:
Alla domanda, il 75% di voi ha risposto SI, mentre il 25% ha risposto NO. Grazie per aver partecipato al sondaggio di Giornale Radio, continua a votare con noi! Giornale Radio conta su di te.
23 Febbraio 2024
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Scritto da: Giornale Radio
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