La maggioranza si spacca sul terzo mandato: bocciato l’emendamento della Lega. Meloni: nessuna ricaduta sul Governo

Il voto in Senato sul terzo mandato provoca il primo problema politico e parlamentare tra i partiti della maggioranza dal 25 settembre 2022, il giorno dell’insediamento del governo guidato da Giorgia Meloni. La maggioranza si spacca platealmente sull’emendamento della Lega. Carroccio e Italia viva votano a favore, contrari Fratelli d’Italia e Forza Italia sostenuti da Noi moderati, Pd, M5S, Avs. Per la premier Giorgia Meloni non ci sarà nessuna ricaduta sul Governo. “Il terzo mandato non era inserito nel programma, non è iniziativa del governo, era un’iniziativa parlamentare. Credo che la cosa più sensata sia trovare una regola che vale per tutti, per sindaci e governatori”, spiega Meloni a Porta a porta. L’esito del voto provoca anche il dissenso nel Pd, in particolare nell’area che fa capo al Governatore dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, sostenuto da Michele Emiliano, Vincenzo De Luca e dal sindaco di Pesaro Matteo Ricci. Sindaci e presidenti di Regione democratici infuriati. sperano nel secondo tempo, quando il Pd presenterà la proposta di riforma del testo unico degli enti locali promessa in direzione.  Nella sostanza, Meloni e Schlein hanno levato le responsabilità di Governo e opposizione dal significato della votazione in Senato sul terzo mandato, lasciando liberi i parlamentari di esprimersi fuori dagli accordi di coalizione, nel caso del centrodestra, ma un tema delicato come il terzo mandato rischia di trasformarsi in un campanello d’allarme per la resa dei conti che avverrà certamente dopo le elezioni europee del 9 giugno, al netto dei risultati delle regionali in Sardegna, Abruzzo, Basilicata, Umbria, Piemonte, e nell’elezione di centinaia di nuovi sindaci.

Credits: Agenzia Fotogramma

23 Febbraio 2024