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Il Parlamento francese, convocato in sessione straordinaria al Palazzo di Versailles, ha votato a larghissima maggioranza (780 parlamentari su 925) l’inserimento del diritto all’aborto tra quelli garantiti dalla Costituzione. Indubbiamente, si tratta di una rilevantissima novità che, giuridicamente, rafforza al massimo livello un’opzione che, negli ultimi tempi, è stata, invece, messa in discussione in alcuni altri Grandi paesi come gli Stati Uniti, la Polonia e l’Ungheria. Contro questa modifica costituzionale (che raccoglie, comunque, i favori dell’85% dei Francesi) si è subito espressa la Pontificia Accademia per la Vita, secondo la quale è inaccettabile che, nell’epoca dei diritti umani universali, venga paradossalmente garantito proprio un diritto che consente di sopprimere una vita umana.
Sia chiaro che in Francia l’accesso all’aborto non nasce certamente con il voto espresso in queste ultime ore, essendo stato legalizzato fin dal 1975, a seguito di un clamoroso manifesto nel quale alcune tra le più famose donne francesi rivelarono di avere esse stesse abortito. In particolare, il Consiglio costituzionale francese – in pratica la nostra Corte costituzionale – già nel 2001 aveva riconosciuto l’aborto come un’emanazione di quel concetto di libertà che permea la Dichiarazione dei diritti dell’uomo del 1789, la quale tecnicamente è parte della Costituzione. Pertanto, qualcuno potrebbe anche sostenere che, in fondo, l’aborto era già un diritto costituzionale e non c’era, quindi, alcuna necessità di una conferma così eclatante. Tuttavia – come ha commentato il primo ministro, Gabriel Attal – esisteva invece un’esigenza di natura politica, poiché, quando i diritti delle donne vengono messi in discussione in altre parti del mondo, dovere della Francia è quello di alzarsi e di porsi in prima linea sul fronte del progresso.
In Italia, l’aborto è stato legalizzato dalla legge 194 del 1978, per poi ottenere una ulteriore conferma attraverso il referendum che si tenne il 17 maggio del 1981. Il nostro Paese registra, comunque, una percentuale di interruzioni volontarie della gravidanza che è tra le più basse del pianeta, con circa cinque donne su mille che vi fanno ricorso. Secondo voi, sarebbe opportuno “costituzionalizzare” il diritto di aborto anche da noi?
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06 Marzo 2024
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Scritto da: Giornale Radio
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