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Oggi, martedì 4 giugno, si celebra la Giornata mondiale in difesa dei bambini innocenti vittime di aggressioni.
Da molti anni (almeno nelle società occidentali) si è smesso di accettare, senza provare un turbamento profondo, che un bambino potesse subire delle violenze di qualsiasi tipo, quasi si trattasse di una cosa deprecabile, ma comunque talvolta, malauguratamente, inevitabile. Infatti, nessuno di noi dubita più che l’innocenza e la vulnerabilità infantili debbano essere rigorosamente messe al riparo da ogni genere di offesa: tuttavia, non passa giorno senza che i media ci descrivano situazioni nelle quali i minori sono oggetto di gravissime violazioni dei loro diritti umani fondamentali. In tutto il Pianeta, sono, infatti, milioni i bambini che, quotidianamente, vengono sottoposti ad abusi fisici, sessuali o psicologici. E si tratta di abusi che possono manifestarsi in svariate forme: dalle negligenze dei genitori nell’accudire i figli al vero e proprio abbandono, per arrivare fino alle violenze domestiche ed agli abusi sessuali. Ognuno di questi atti inconcepibili è, purtroppo, destinato a lasciare una traccia indelebile su quello che, altrimenti, dovrebbe invece essere un regolare ed equilibrato percorso di crescita e maturazione personale. Non a caso, sappiamo tutti bene come gli effetti di certe brutalità subite durante l’infanzia, finiscano per essere devastanti non solo nell’immediato, ma anche nel corso del tempo e spesso addirittura per tutta la vita.
Dovremmo quindi – pensiamo noi – sentire una sorta di obbligo collettivo (intendendo con ciò famiglie e istituzioni) che ci coinvolga tutti quanti nel vigilare e nel garantire la sicurezza ed il benessere dei bambini. Certo, per raggiungere questi scopi, occorre investire nella prevenzione e nella formazione, così come bisognerebbe avere pure il coraggio di fare determinate scelte politiche, che, magari, talvolta possono risultare commercialmente scomode… Quando, ad esempio, valutiamo la convenienza di un prodotto proveniente da Paesi lontani, non sarebbe male se, prima di acquistarlo, ci domandassimo se il suo prezzo vantaggioso non dipenda essenzialmente dalle condizioni di sfruttamento del lavoro minorile che ancora caratterizzano le produzioni industriali in tante parti del mondo.
Questa Giornata mondiale che la Nazioni Unite hanno istituito nel 1982, almeno a nostro avviso, andrebbe quindi accolta come un invito ad “impicciarci” di più – naturalmente quando è il caso – anche degli “affari degli altri”. Se, ad esempio, qualcuno l’avesse fatto un paio d’anni fa, oggi un bambina di sei mesi non sarebbe morta per gli stenti dovuti all’assenza della madre ed a Milano ci sarebbe pure un’ergastolana in meno.
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04 Giugno 2024
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Scritto da: Giornale Radio
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