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Come ogni anno, anche oggi mercoledì 5 giugno, si celebra la Giornata Mondiale per l’Ambiente, che rappresenta uno dei principali strumenti attraverso i quali le Nazioni Unite cercano di richiamare la nostra attenzione sul delicatissimo problema che riguarda lo stato di salute del nostro Pianeta. Problema che deve essere affrontato nella duplice consapevolezza del fatto che le risorse naturali della Terra vanno tutelate attraverso pianificazioni strategiche e che la natura ha un ruolo fondamentale nell’economia.
La Giornata del 5 giugno intende, quindi, essere uno dei veicoli fondamentali, a disposizione dell’ONU, per la promozione di politiche sempre più attente ai problemi ambientali.
Per questo motivo, ogni anno viene dato risalto ad un particolare aspetto della conservazione ambientale che, per il 2024, è stato individuato nel tema di base “Una Sola Terra ”, da cui scaturiranno diversi sotto temi che daranno vita a svariati dibattiti ed iniziative, con l’obbiettivo di coinvolgerecittadini, scuole, enti e istituzioni in un impegno organico e coordinato verso nuovi stili di vita.
Bisogna riconoscere che, a questo proposito, l’Unione Europea ha fatto (e sta facendo) parecchio: anzi, per alcuni, anche troppo…Basti pensare al Green Deal ed a tutte le norme ad esso integrative, che sono state emanate al fine di ridurre le emissioni di carbonio e le relative conseguenze sui cambiamenti climatici. Tuttavia, non siamo certi che le istituzioni di Bruxelles abbiano prestato altrettanta cura nel tutelare l’occupazione nei settori che, per forza di cose, la transizione ecologica finisce per mettere seriamente a rischio. Ci viene, infatti, spontaneo segnalare – proprio in questa Giornata dedicata all’ambiente – anche il concetto che, se davvero si vogliono rendere meno traumatici certi passaggi epocali, allora la politica non può limitarsi soltanto all’elaborazione dei progetti più ambiziosi, ma deve pure preoccuparsi di studiare misure adeguate per salvaguardare le industrie ed i posti di lavoro attualmente esistenti o, comunque, per creare nuovi sbocchi occupazionali alternativi. Il tutto, affinché le assolutamente sacrosante istanze dell’ecologia non lascino però, indietro nessuno.
Secondo voi, è bene che l’Unione Europea – che, tra l’altro, a fine settimana siamo chiamati a rinnovare – cominci a riformulare i tempi e le tappe di un percorso di rivoluzione ecologica che altre aree del mondo sembrano, invece, quasi del tutto ignorare?
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05 Giugno 2024
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Scritto da: Giornale Radio
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