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Il Corsivo
today27 Giugno 2024
A cura di Daniele Biacchessi
27 giugno 1980, 44 anni fa. Aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna. Sono le 17:30. Il caldo quasi non si sente, un forte temporale rinfresca l’aria, pioggia d’estate, nulla di più. I bocchettoni dell’aria condizionata raffreddano il salone dell’aeroporto. I taxi scaricano passeggeri con valigie e pacchi. Sembrano non avere fretta alcuna. L’orario di partenza previsto del DC9 IH 870 dell’Itavia per la tratta Bologna-Palermo è fissato alle 18:15. Chi legge un giornale, chi si guarda intorno, chi si reca al duty free. Un profumo, una stecca di sigarette, l’ultimo settimanale, il libro, il quotidiano che non si è potuto leggere al mattino. Ottantuno persone, sessantatré adulti, tredici bambini, due piloti, due assistenti di volo. Quelle persone non sono mai arrivati a destinazione all’aeroporto di Palermo.
Si indaga sulla pista francese A distanza di 44 anni si conoscono molti retroscena dell’abbattimento del DC9 IH 870 dell’Itavia. Una verità racchiusa in cinquemila pagine nella sentenza ordinanza del giudice romano Rosario Priore. Nessun cedimento strutturale, nessun incidente aereo, nessuna bomba scoppiata a bordo. L’indagine accerta invece la presenza di velivoli militari italiani, francesi e americani, con il transponder spento, tutti impegnati in un’esercitazione militare lungo l’autostrada del cielo percorsa dal DC9. In molti hanno confermato la responsabilità dei francesi nell’abbattimento del Dc9: l’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga, l’ex presidente del Consiglio e guida della Corte Costituzionale Giuliano Amato, l’ex generale Nicolò Bozzo che ha visto spiccare in volo numerosi aerei Mirage dalla base di Solenzara. E nello speciale di Rai 3 condotto da Massimo Giletti, l’ex addetto militare dell’ambasciata francese a Roma ha ammesso di aver detto agli italiani che il radar di Solenzara era spento. E mentre si indaga sulla pista francese, la nostra coscienza nazionale è sprofondata negli abissi del Mar Tirreno.
Scritto da: Giornale Radio
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