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A cura di Ferruccio Bovio
Per ora, non si può certo dire che la navigazione delle Olimpiadi di Parigi si stia svolgendo in acque davvero calme e trasparenti. E non ci riferiamo solamente a quelle inquinate della Senna, ma a tutto un complesso di fastidiose circostanze che hanno avuto il loro inizio con il boicottaggio dell’alta velocità ferroviaria e sono poi proseguite passando attraverso le lamentele delle delegazioni sportive per il cibo scarso e di bassa qualità, per i letti di cartone, per l’aria condizionata che viene limitata per “ridurre l’impatto ambientale” e – specialmente per quanto riguarda la rappresentanza azzurra – anche per alcuni arbitraggi che hanno persino autorizzato a sospettare che forse, ai vertici del Comitato Olimpico Internazionale, ci sia qualcuno che “ci vuole male”. Tuttavia, a queste circostanze imbarazzanti che, comunque, hanno essenzialmente un carattere episodico, se ne sta per aggiungere un’altra che, da ormai alcuni anni, agita il dibattito all’interno degli Organismi che dettano le regole della vita sportiva. E stiamo parlando del problema che concerne la partecipazione di concorrenti trans sessuali di origine maschile nelle competizioni femminili. Il Comitato Olimpico Internazionale ha, infatti, appena confermato che due atlete (un’algerina ed una taiwanese) – le quali non erano state ammesse agli ultimi campionati mondiali di pugilato per aver fallito il test ormonale – potranno, invece, combattere regolarmente contro avversarie donne in questi giochi olimpici del 2024. E la questione sembra destinata ad interessare direttamente anche la squadra pugilistica azzurra, visto che, nella giornata di domani, spetterà proprio alla nostra Angela Carini il compito di andarsela a giocare contro una di queste atlete un po’ indecifrabili.
Eppure, attualmente, le regole vigenti prevedono che chiunque operi la transizione da uomo a donna dopo i 12 anni non possa più partecipare alla gare femminili, considerato che la pubertà gli fornirebbe un vantaggio ingiusto nei confronti delle atlete donne. Qui a Parigi però, questa disposizione non verrà applicata e, di conseguenza, domani alle ore 12, l’azzurra Carini, nella categoria dei pesi welter, affronterà sul ring un’avversaria che è geneticamente maschio… E così, dopo le tante polemiche che, in questi giorni, sono già scaturite da certe discutibili eliminazioni di atleti italiani, aspettiamoci pure quella che potrebbe arrivare da un’eventuale sconfitta della ragazza napoletana che si accinge a difendere i nostri colori sul ring olimpico di Parigi.
Credits Foto: Olympic rings in Paris
Scritto da: Giornale Radio
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