La svolta sovranista olandese e le ricadute sulle politiche europee

A cura di Daniele Biacchessi

La vittoria del leader di estrema destra olandese Geert Wilders avrà effetti certi sulla Commissione europea e inevitabili ricadute sulle elezioni europee del 2024. In primis, l’area del pensiero sovranista non è più circoscritta a Ungheria e Polonia, ma la svolta olandese determina un progetto ben più ampio sul piano dell’azione politica che va da Matteo Salvini in Italia, a Marine Le Pen in Francia, a Harald Vilimsky in Austria. Cosa unisce tutti questi leader? Il fronte comune è essenzialmente la lotta contro l’immigrazione clandestina. Prendiamo come esempio il programma di Geert Wilders in Olanda: immigrazione zero, lotta all’Islam, referendum sull’Olanda nella Ue. L’esultanza con cui i partiti euroscettici, Marine Le Pen in testa, hanno accolto il voto olandese pone inevitabilmente il quesito di come si porrebbe nei confronti della Ue un prossimo governo con Wilders. Il nuovo leader olandese vuole un referendum per lasciare l’Unione Europea, ridurre il sostegno Ue all’Ucraina, ritirarsi dai trattati e dagli accordi internazionali su immigrazione e lotta al climate change. Si tratta di progetti identitari di estrema destra che potrebbero trovare sponde in Europa, ma non in Italia. La maggioranza che sostiene il Governo si regge sull’alleanza tra Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani. La premier ha abbandonato da tempo le vecchie strade sovraniste ed è più incline a ritagliarsi un ruolo europeo e istituzionale. Il leader di Forza Italia conferma l’accordo con il Ppe. Salvini non potrà rimanere per lungo tempo in bilico e dovrà per forza scegliere tra l’asse sovranista e il mantenimento di un margine di manovra politica nel Governo. Su questi delicati equilibri si gioca la prossima campagna elettorale europea.

Credits: Agenzia Fotogramma

25 Novembre 2023

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