Non si sta vivendo un’estate tranquilla e serena nel M5s, perché tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte volano stracci in pubblico. Non è la prima volta che spinte centrifughe personali e politiche di vario tipo inducono i dirigenti ad avviare una discussione seria sul futuro del movimento, specie dopo i magri risultati elettorali ottenuti negli ultimi due anni, dalle politiche del 2022 alle europee del 2024, con un 10% stimato dai sondaggi degli analisti. E anche questa volta, come nel passato, lo scontro è alla luce del sole. “Simbolo, nome e doppio mandato non si toccano”, dice Beppe Grillo in una lettera pubblicata sul suo blog. Grillo è netto: “I nostri tre pilastri non sono modificabili a piacimento, custodiamo ciò che abbiamo costruito”. Si tratta dunque di un attacco mirato, che punta a delegittimare la nuova fase costituente lanciata da Giuseppe Conte, il quale replica adirato. “Nessuno decide su cosa si può deliberare, anche io mi metto in gioco e discuteremo di tutto, regole comprese”.
Le reazioni nel M5s
Il movimento si ritrova diviso secondo lo schema delle correnti che lo fanno diventare sempre più un partito che un soggetto politico aperto alla discussione. Nella sostanza Grillo manda a dire che il partito l’ha creato lui con Casaleggio, che ci ha buttato dentro molti soldi, quindi guai a chi tocca il limite al doppio mandato, chi intende cambiare nome o simbolo. “E’ solo la sua opinione, da noi i dogmi non esistono”, dice Francesco Silvestri, che sostiene Conte riferendosi a un eventuale terzo mandato. “Parole sante”, sostiene l’ex ministro Danilo Toninelli vicino a Grillo. Ma cos’è per Conte il M5s? “Un esperimento di democrazia partecipativa mai realizzato, in Europa, da una forza politica”, puntualizza Conte. In palio c’è il nuovo Movimento, chiamato a ripartire dopo il 9,99% delle scorse europee. L’ex premier vuole ridare la parola agli iscritti e smarcarsi dal fondatore. Grillo intende riprendersi il partito.
Credits Foto: Agenzia Fotogramma
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