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today27 Settembre 2024
A cura di Daniele Biacchessi
Quel pasticciaccio brutto del voto del campo largo sul Cda della Rai.
Ogni partito è andato per conto proprio nella votazione delicata sul nuovo cda della Rai. Il primo passo lo si è visto di primo mattino che ha determinato la fine dell’impasse dopo un lungo travaglio durato settimane e settimane. La maggioranza ha sostenuto la giornalista Federica Frangi in quota Fratelli d’Italia. Su Roberto Natale, proposto da Alleanza sinistra e verdi, si è invece realizzata la convergenza del M5s che ha mandato l’opposizione in pezzi, perché al contrario Partito democratico, Azione e Italia Viva hanno scelto di disertare l’emiciclo di Montecitorio, imboccando la strada aventiniana contro qualunque possibilità di negoziato. Il Senato ha eletto Antonio Marano (indicato dalla Lega) e Alessandro Di Majo (espressione del M5S). E, a completare il quadro, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha proposto alla presidenza del Consiglio dei ministri la nomina di Simona Agnes e Giampaolo Rossi nell’ambito del consiglio di amministrazione di Viale Mazzini.
Il cda non è una poltrona. Il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte conferma il suo voto sulla vicenda Rai. “Chi non vuole occupare le poltrone in Rai dica ai suoi: uscite fuori dalla Rai e abbandonate le poltrone. La riforma della governance dell’azienda non si può fare in tempi rapidi. E nel frattempo cosa facciamo? Rimaniamo senza cda? “, ha spiegato Conte. La posizione della segretaria del Pd Elly Schlein è di tutt’altro tono. “La maggioranza ha chiarito che questo cda viene votato per durare tre anni. Vuol dire che, diversamente da quanto tutte le opposizioni hanno sostenuto, si rischia di rimandare al duemilamai la riforma necessaria della governance della Rai per renderla indipendente da politica e partiti”, ha affermato la Schlein. Dunque si è persa l’occasione per affermare ciò che è scritto nel Media Freedom Act. La normativa chiede che finalmente la Rai sia indipendente dalla politica e dai partiti. Coraggio, abbiamo tempo fino all’8 agosto del 2025 per allinearci, anche perché è già in vigore in tutti i Paesi europei.
Credits Foto: Agenzia Fotogramma
Scritto da: Giornale Radio
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