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Il punto della settimana

7 Ottobre

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A cura di Ferruccio Bovio

Domani è il 7 ottobre. Ed è una ricorrenza che – per chi scrive – si presenta incomprensibilmente  accompagnata da tutta una serie di sondaggi che testimoniano della presa di distanza (se non addirittura della condanna) che le opinioni pubbliche occidentali hanno assunto nei confronti di Israele. Si dirà che, in fondo, non c’è nulla di nuovo…chi di voi, infatti, ricorda un governo israeliano – di destra o di sinistra che fosse – il quale non sia stato, sistematicamente, oggetto di critiche da parte dei media europei qualunque iniziativa prendesse? Abbiamo letto, in queste ore, anche di un autorevole commentatore di casa nostra che, in un suo pamphlet, ha recentemente rimproverato agli Israeliani di essere molto più bravi a muoversi sui campi di battaglia, di quanto lo siano su quelli della comunicazione: forse, a suo giudizio, se avessero pubblicato integralmente i video in cui si vedono dei terroristi esaltati che decapitano bambini e li “cucinano” al forno, certi spiriti sensibili di casa nostra ci avrebbero pensato due volte prima di lasciarsi andare a parlare incautamente di “genocidio” a Gaza. Noi, invece, siamo più pessimisti e, come abbiamo già detto più volte in questa rubrica, pensiamo che per il cittadino medio europeo Israele abbia sempre e comunque torto qualunque cosa faccia, compresa quella che magari egli maggiormente gradirebbe. D’altra parte, circa duemila anni di deicidio, di pozzi avvelenati e di diffusione di pestilenze e malanni di ogni genere, non devono poi risultare così facili da rimuovere dai nostri DNA…

Certo la popolazione araba che vive nella Striscia di Gaza (ma pure quella di Cisgiordania), negli ultimi dodici mesi, ha dovuto subire indicibili lutti e sofferenze ed ha pertanto, giustamente, beneficiato di una vastissima solidarietà politica e morale. Sul versante opposto, invece, spiace riscontrare come siano state ben poche le voci pacifiste e umanitarie che – almeno nel nostro Paese – si sono levate per deplorare la pessima abitudine di Hamas di utilizzare i civili come scudi umani per barricare istallazioni militari e depositi di armi che vengono, infatti, quasi sempre collocati in prossimità di scuole ed ospedali. Molto più comodo paragonare Netanyahu a Hitler, mostrando, invece, il più completo disinteresse per i circa cento ostaggi israeliani che, da ormai un anno, sono rinchiusi nei sotterranei di Gaza a fungere da pesantissima moneta di scambio, tenuta nelle sue tasche, dal leader palestinese Yahya Sinwar. Sia chiaro, riteniamo più che legittime le pressioni che Europa e America esercitano su Tel Aviv affinché vengano limitati al massimo i danni a civili ignari ed innocenti, ma – per una più giusta ripartizione dei torti e dei meriti – ci piacerebbe anche che certi estremisti pro-pal, quando indicono una manifestazione, dedicassero un minuto di raccoglimento non soltanto alla memoria di Nasrallah, ma anche a quella delle migliaia di civili siriani che le sue milizie di Hezbollah – unitamente a quelle di Putin – hanno sterminato quando, pochi anni fa, si trattò di sostenere e mantenere in vita quel fulgido esempio di democrazia che è il regime di Bashar el Assad.  Ma si sa, nei confronti dell’ebreo, pesa sempre un pregiudizio ancestrale che, forse, non sarà mai estirpato dalle nostre coscienze.

Credits Foto: Agenzia Fotogramma

06 Ottobre 2024

Scritto da: Giornale Radio

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