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Col ritorno della stagione autunnale, si ripresentano anche i soliti dubbi legati alla somministrazione dei vaccini anticovid, antiinfluenzali, antimorbillo e via dicendo. Farli o non farli? Un po’ per pigrizie e un po’ per diffidenza, spesso finiamo per sottrarci alla puntura di quell’ago della discordia che – soprattutto durante la pandemia – è stato oggetto di così accese polemiche. Adesso, superate – almeno si spera – le contrapposizioni legate a quei giorni da dimenticare, si stanno, forse, finalmente concretizzando le premesse per affrontare il problema delle vaccinazioni con una serenità di giudizio che sia meno condizionata da pregiudiziali che, più che di scientifico, sapevano molto di politico.
Nel complesso, stando ai primi dati che riguardano le adesioni alla campagna di prevenzione anti influenzale ed anti covid, sembra che la pratica vaccinale piaccia sempre meno ai nostri connazionali, compresi quelli che, in realtà, potrebbero trarne i maggiori benefici, come gli anziani. Eppure, le previsioni dei principali istituti di ricerca ci prospettano una nuova stagione influenzale che potrà superare per intensità persino quella dello scorso anno (quando cioè, i contagi furono addirittura 15 milioni) e totalizzare un numero di decessi che rischia di avvicinarsi, infaustamente, a quota ventimila. Ciò nonostante, tanto per fare un esempio, su una disponibilità di nove milioni di dosi di siero anticovid, fino ad oggi ne sono state somministrate soltanto due milioni e duecentomila, destinando, tra l’altro, ad un quasi inevitabile macero le quantità rimaste inutilizzate.
Noi non facciamo mistero di essere sempre stati schierati dalla parte della scienza ufficiale, rimanendo, invece, stupiti e increduli dinanzi a certe posizioni – più o meno complottistiche – assunte dai vari movimenti no vax. A chi afferma che vaccinarsi contro morbillo, parotite e rosolia può provocare l’autismo nei bambini, ci sentiamo di rispondere che lo studio britannico che ipotizzavaquesto legame è stato dimostrato fraudolento e che l’autore è stato pure radiato dall’albo dei medici del Regno Unito.
Qualcuno pensa – e magari fino a non molto tempo fa l’abbiamo pensato anche noi – che, in fondo, il morbillo lo abbiamo fatto tutti e, ciò nonostante, siamo ancora qui a parlarne tranquillamente: perché allora vaccinarsi? Semplicemente perché il morbillo – anche se a noi da bambini è andata bene – può, invece, essere causa di gravi complicanze (talvolta anche letali) che possono, comunque, essere prevenute proprio dal vaccino. Perchè allora non vaccinarsi?
Spesso poi, ci capita di imbatterci in teorie completamente obsolete: come quella secondo la quale i vaccini impegnano il sistema immunitario ad un punto tale che è allora molto meglio prendersi direttamente le malattie. Peccato però, che nella composizione dei vaccini attuali gli antigeni presenti siano molto di meno rispetto a quelli che si conoscevano una trentina di anni fa…per cui, oggi, il sistema immunitario risulterà sempre molto più stressato dal contagio dovuto ad una malattia vaccinabile, che dall’azione immunizzante di un siero.
Tuttavia, come si accennava prima, sovente ad incidere sulle nostre scelte è anche la scarsa voglia di fare o non fare qualcosa: ecco perché, per quanto ormai tutt’altro che giovincelli, anche noi una vaccinazione anti influenzale non l’abbiamo mai fatta e, probabilmente, non la faremo mai. Voi, invece, cercate di seguire esempi più virtuosi del nostro.
08 Ottobre 2024
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Scritto da: Giornale Radio
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