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A cura di Ferruccio Bovio
Chi ha qualche annetto in più ricorda, molto probabilmente, che con il termine “dossieraggio”, nella seconda metà degli Anni 90, si definivano tutte quelle attività di raccolta di informazioni riservate, che i servizi segreti ponevano in essere al fine di monitorare le scelte di uomini di potere – come politici, imprenditori, sindacalisti o magari anche giornalisti – riservandosi di esercitare su di essi l’arma della pressione o del ricatto. Non era certo un modo di operare edificante, tuttavia, sebbene si trattasse sempre di dossier destinati a rimanere avvolti nel mistero, le schedature e le intercettazioni che venivano praticate dagli “spioni” di Stato, potevano contare, nel Paese, su un minimo di tolleranza (o di rassegnazione), proprio perché ci si sforzava di pensare che questi 007 agissero – almeno nella maggior parte dei casi – ad esclusiva tutela degli interessi nazionali. In altre parole, si riconosceva alle iniziative di dossieraggio una certa dose di dignità istituzionale che, in qualche modo, poteva accostarle a quella delle medicine che, pur essendo molto amare, risultano, comunque, indispensabili se si vuole effettivamente guarire.
Quale è, invece – ammesso e non concesso che ci sia – la dignità morale deI dossieraggio con cui ci siamo trovati a dover fare i conti negli ultimissimi mesi? Quali sono le motivazioni inconfessabili che muovono oscuri bancari o insospettabili poliziotti, a violare – con una facilità, oltre tutto, davvero sconcertante – i data base di ministeri e di istituti finanziari? La vicenda “Equalize” sembra proprio spiegarci che, potenzialmente, siamo tutti possibili obbiettivi di traffici di informazioni (gestiti poi da chissà chi…), tesi a soddisfare interessi dei quali possiamo solamente intuire gli aspetti eversivi.
Di questo passo, il sacrosanto diritto alla riservatezza della vita privata, diventa (se non lo è già del tutto diventata) una pia illusione…La penetrazione analitica che la tecnologia è oggi in grado di realizzare su ogni istante della nostra giornata, ci lascia, infatti, completamente in balia di chi, agevolmente, riesce a controllarci nei conti correnti, nei consumi, negli spostamenti, nei dati sanitari o persino negli orientamenti sessuali o nelle opinioni politiche. Esiste, forse, a nostra insaputa, anche un dossier su ciascuno di noi: magari, passeremo a miglior vita senza che a nessuno venga neanche in mente di servirsene, ma siccome non si sa mai cosa riservi il futuro, troviamo la cosa piuttosto inquietante…
E voi, amici ascoltatori, riuscite a sorvolare sul fatto che esistano dei meccanismi di controllo così diabolicamente raffinati da saper sottoporre la vita di chiunque (e ad ogni livello), ad un’analisi talmente dettagliata da non conoscere, praticamente, alcun limite?
Credits Foto: Generatore di immagini IA
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Scritto da: Giornale Radio
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