L'opinione

Chi può dirsi donna e chi no

today18 Aprile 2025

Sfondo
share close

A cura di Ferruccio Bovio

In queste ultime ore, tutti i media, hanno dato ampio spazio alla sentenza della Corte suprema britannica, secondo la quale “donne si nasce” ed è, pertanto, il sesso biologico a determinare se una persona possa accedere o meno alle quote ed ai servizi che, per legge, sono riservati alle donne. Naturalmente, questo non significa – e ci mancherebbe altro – che chi è transgender non vada protetto da ogni tipo di discriminazione. La disputa legale in questione ha avuto inizio quando, nel 2018, il Parlamento scozzese approvò una norma finalizzata ad incrementare la presenza delle quote rosa nella pubblica amministrazione, includendovi anche le persone transgender: e cioè, quelle che, seppure nate di sesso maschile, sono, comunque, in possesso di un certificato di riconoscimento di genere. Fu a quel punto che il gruppo femminista “For Women Scotland”, fortemente appoggiato anche dalla scrittrice JK Rowling (la famosa ideatrice di Harry Potter), decise di impugnare il provvedimento, portandolo fino al cospetto della Corte suprema, la quale si è, appunto, adesso pronunciata sulla delicata questione, chiarendo che il concetto di “donna” non può essere variabile, poiché – scrive la massima magistratura britannica – una persona “o è una donna o è un uomo”. Tertium non datur. Di conseguenza – continua la sentenza – “tutti i provvedimenti che si riferiscono alla protezione delle donne necessariamente escludono gli uomini ed il significato ordinario di quelle parole semplici e non ambigue corrisponde alle caratteristiche biologiche che rendono un individuo un uomo o una donna. Queste si spiegano da sé e non richiedono ulteriori chiarimenti”.

In sostanza, la decisione della Corte sembra segnare una sorta di rivincita del pensiero comune, rispetto a quello più ideologizzato. Una rivincita accolta con grande entusiasmo dalle militanti di For Women Scotland, pienamente soddisfatte dinanzi alla prospettiva che, d’ora innanzi, certi diritti peculiari delle donne del Regno Unito saranno tutelati in base al sesso biologico e che, quindi, non ci saranno più dubbi sul “fatto che i servizi e gli spazi designati per le donne siano esclusivamente per le donne”. A nostro avviso, siamo in presenza di un tema a proposito del quale sarebbe opportuno non assumere atteggiamenti troppo rigidi o schematici: se è vero, infatti, che esistono campi nei quali il sesso biologico può rivelarsi ancora oggi un autentico fattore di squilibrio – si pensi, ad esempio, all’ammissione di concorrenti transgender alle competizioni sportive femminili – è però, altrettanto vero che anche chi sente di non appartenere al sesso di nascita, resta, comunque, meritevole di adeguate attenzioni e garanzie che lo difendano e lo accompagnino nel suo percorso di transizione. Insomma, come ogni volta che si tratta di rendere compatibili, tra di loro, esigenze che sono il frutto di sensibilità apparentemente inconciliabili, bisognerebbe, prima di tutto, bandire ogni forma di integralismo e di intransigenza dal tavolo di discussione. Tuttavia, questa vicenda ci sembra mettere alla prova anche i più ottimistici ed ostinati tentativi di mediazione. E voi, amici ascoltatori, che opinione vi siete fatta? Ve la sentite di approvare “in toto” il parere della Corte londinese?

Credits Foto: AI

18 Aprile 2025

Scritto da: Redazione


GIORNALE RADIO

Giornale Radio, la radio libera di informare.

Notizie del giorno: notizie di cronaca, di politica,notizie dal mondo, notizie sportive, di economia, di salute e tecnologia. Notizie di oggi in radio streaming, in WEB TV e in podcast.

Apri la chat
Scrivi alla redazione
Contatta il team di Giornale Radio
Partecipate allo sviluppo di Giornale Radio con i vostri commenti anche in audio. Inviateci le foto e segnalazioni di eventi e fatti da rendere pubblici attraverso i nostri canali, perché anche voi siete Giornale Radio!