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A cura di Ferruccio Bovio
L’immagine che papa Bergoglio ci lascia di se stesso è, prevalentemente, quella di un pontefice che ha cercato di stabilire un contatto che fosse il più diretto possibile con la gente, con particolare riguardo ai cosiddetti “ultimi”, ai meno fortunati. In Argentina lo ricordano come il cardinale che si spostava normalmente salendo sugli autobus e che prediligeva le frequentazioni con le periferie più disagiate di Buenos Aires, Uno stile che ha mantenuto anche quando è stato chiamato a succedere a quel Benedetto XVI che, diversamente da lui, incarnava invece la figura del papa nella maniera in cui, da sempre, era stata percepita da tutta la cristianità: e cioè, come quella di un’autorità spirituale dinanzi alla quale nessun prete e nessun fedele al mondo si sarebbe mai permesso di accostarsi confidenzialmente.
Ratzinger però, al di là della fermezza dei suoi convincimenti teologici, era anche un uomo particolarmente mite ed umile nell’accettare il dialogo anche con chi, all’interno della Chiesa, avversava le sue posizioni. Una propensione, quella del papa tedesco, che, forse, non è, invece, appartenuta a quello sud americano, il quale, nonostante la sua presenza tra la gente, è spesso risultato autoritario ed assai poco incline ad accettare dissensi e critiche. Ed a testimonianza di quanto stiamo dicendo, sono le modalità con le quali Francesco ha emarginato chiunque, nel panorama globale del Cattolicesimo, non condividesse i suoi indirizzi e le sue opinioni. Si pensi al caso di padre George Ganswein, il prelato più vicino a Benedetto XVI, sollevato, senza fornire adeguate spiegazioni, dal suo incarico di Prefetto della Casa Pontificia.
Ci azzardiamo, quindi, a considerare quello di Mario Bergoglio come un lascito abbastanza divisivo, a prescindere dalla straordinaria partecipazione popolare che abbiamo potuto osservare alle esequie del personaggio. Il suo governo della Chiesa non è certamente andato incontro alle aspettative della Destra politica internazionale, ogni volta che si è espresso a favore dei migranti – fossero essi regolari o irregolari – in nome di un Vangelo che, indiscutibilmente, ci esorta all’accoglienza di chiunque sia in fuga dalla guerra o dalla miseria. Tuttavia, in più di un’occasione, “il papa della gente” ha senz’altro deluso anche le aspirazioni della Sinistra, come quando si è opposto inflessibilmente all’aborto (definendo “sicari” i medici che lo praticano), quando ha paragonato i contraccettivi a delle armi o quando ha giudicato la teoria gender come “il pericolo più brutto”.
E anche il pensiero liberale che individua nel capitalismo la via maestra per superare le condizioni di povertà e di oppressione politica, non è mai stato particolarmente apprezzato dal papa argentino che – citando le sue stesse parole – ha, infatti, sempre considerato “l’egoismo, il consumismo e l’individualismo che rende le persone sazie, sole ed infelici”, come il vero problema del mondo contemporaneo. Ci pare, quindi, che se si possa cogliere un filo conduttore ideologico che abbia ispirato tutto il pontificato di papa Bergoglio, questo vada, essenzialmente, individuato nella sua profonda diffidenza rispetto ai valori che prevalgono oggigiorno nelle società occidentali. Pertanto, è corretto secondo voi, amici ascoltatori, delineare, nella figura del papa appena scomparso, il profilo del più autorevole leader mondiale dell’anti – occidentalismo? Fateci sapere, se lo volete, la vostra opinione che, per Giornale radio, resta sempre molto importante.
Credits Foto: IPA Agency
28 Aprile 2025
Scritto da: Redazione
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