Il punto della settimana

La diplomazia dei quattrini

today18 Maggio 2025

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A cura di Ferruccio Bovio

Sebbene, a livello ufficiale, i rapporti tra Stati Uniti e Israele non stiano attraversando un momento di appannamento, in realtà – almeno a giudicare dalle tappe della prima sortita all’estero di Donald Trump, avvenuta proprio in Medio Oriente – viene, seriamente, da dubitare che, in questi ultimi tre mesi, l’interesse e la disponibilità del presidente americano nei confronti di Neatanyahu siano davvero rimasti inalterati. Pare, infatti, abbastanza strano che il programma di appuntamenti mediorientali del Tycoon non abbia previsto alcun incontro con il premier israeliano. Al contrario, tutte le attenzioni della Casa Bianca sono state dedicate ai Sauditi ed agli Emirati del Golfo, con i quali, non a caso, sono stati stipulati contratti stramiliardari a favore dell’economia statunitense e, perché no, magari anche a vantaggio dello stesso Trump che, come minimo, se ne torna a casa con un meraviglioso gioiellino volante da 400 milioni di euro. Robe da far apparire i conflitti di interesse di berlusconiana memoria come delle simpatiche furbatine tra i fraticelli di un convento ed i diamanti donati dal criminale Bokassa a Giscard d’Estaing come degli allegri scambi di figurine all’uscita di una scuola elementare.
E certamente, faremo tutti bene ad entrare nell’ordine di idee che, per i prossimi quattro anni, le grandi questioni internazionali rimaste sinora irrisolte – dalla Palestina al confine russo/ucraino – saranno affidate alle manovre di qualche incallito affarista, magari abile nelle compravendite, ma totalmente privo degli strumenti concettuali che ci vorrebbero per proporre strategie politiche credibili, lungimiranti e, soprattutto, non improvvisate. Dimentichiamoci, pertanto, i Clinton, i Kissinger o i Kennedy, perché oggi a trattare con Putin o con Hamas ci va un certo Steve Witkoff, l’immobiliarista – amico personale del Presidente – formatosi nel Bronx, dove, agli inizi della sua ascesa commerciale, era solito sedersi al tavolo delle trattative portando una pistola legata alla caviglia…Sia lui che il suo potentissimo sponsor sembrano oggi muoversi perfettamente a loro agio tra le maniglie ed i rubinetti d’oro massiccio degli appartamenti, in stile “cafonal”, che i signori del petrolio mettono a loro disposizione per lusingarne il comprovato narcisismo. E così, come per incanto, di fronte alla magia dei quattrini, qualcuno in America si illude che spariscano nel nulla i tanti perniciosi problemi che, affondando le loro radici in insanabili differenze culturali e contrapposizioni storiche, sono all’origine delle odierne crisi internazionali. Vorremmo tutti bastasse distribuire denaro a destra e a manca per garantire pace e stabilità al mondo intero…Purtroppo però, troppo spesso occorre, invece, confrontarsi con fanatismi ideologici o con atavici rancori che che nessuna moneta è in grado di poter comprare… E’ realmente convinto Trump che lo sceicco del Qatar, Tamim al – Thani, da lui stesso definito otto anni fa “un finanziatore del terrorismo ad altissimo livello”, sia improvvisamente diventato quell’ uomo “di pace” al quale, tre sere fa, ha chiesto aiuto per aiutarlo a risolvere la “questione iraniana”?
E che dire di Al Jolani, il nuovo leader siriano sul quale, fino a ieri, proprio Washington aveva addirittura messo una taglia di dieci milioni per le sue attività jihadiste e che, comunque, non più tardi di un paio di mesi fa, ha ancora spietatamente sterminato gli ultimi suoi oppositori alawiti? The Donald lo ha incontrato a Riad e lo ha giudicato “un tipo tosto e attraente”. Insomma un tipo di quelli che piacciono a lui e dei quali ci si può, quindi, fidare. Ma basta sul serio presentarsi ad un appuntamento in giacca e cravatta e con la barba curata per cancellare anni di militanza quedista e per fugare ogni sospetto di doppiezza intenzionale?
L’attuale inquilino della Casa Bianca incontra, forse, grosse difficoltà nel realizzare che qualcosa possa esulare dalla sua visione economicistica della vita e sembra, pertanto, non prendere neanche in considerazione il rischio che i suoi nuovi amici russi e arabi siano molto più abili di lui nelle arti del doppiogiochismo e della dissimulazione. Ne farà le spese – e lo diciamo con profonda preoccupazione – l’intero Occidente.

Credits della Foto: Wikipedia

18 Maggio 2025

Scritto da: Giornale Radio

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