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Otto italiani su 10 sono pronti ad ‘abbandonare’ lo spid se diventerà a pagamento. L’80% degli attuali utenti si dichiara che cercherà soluzioni alternative in caso di costi aggiuntivi, a partire da luglio, dopo l’annuncio di alcuni provider sull’introduzione del pagamento. E’ quanto emerge dall’indagine di Swg, secondo cui a quasi dieci anni dal rilascio delle prime identità digitali, lo spid si conferma il sistema più utilizzato, con un tasso di impiego regolare che supera il 60% tra i suoi possessori. Più indietro la cie, il cui utilizzo resta ancora sporadico, tuttavia la frequenza d’uso sta lentamente crescendo.
”L’identità digitale è diventata uno strumento essenziale per accedere ai servizi online della pubblica amministrazione in Italia”, sottolinea Swg. Sistemi come spid (sistema pubblico di identità digitale), cie (carta d’identità elettronica) e cns (carta nazionale/regionale dei servizi) ”hanno progressivamente trasformato il rapporto tra cittadini e istituzioni, semplificando l’accesso a pratiche, certificati e servizi digitali”. A differenza della cie, sviluppata e gestita direttamente dallo Stato, lo spid è affidato a fornitori privati, convenzionati e finanziati attraverso risorse pubbliche. Finora la gratuità del servizio è stata garantita, ma a partire da luglio 2025 alcuni provider inizieranno a renderlo a pagamento.
Proprio la cia rappresenta ”una possibile alternativa: sebbene meno diffusa come strumento di autenticazione, viene valutata positivamente in termini di sicurezza e facilità d’uso, e risulta più semplice da ottenere rispetto allo spid”, secondo Swg. Guardando al futuro, gli italiani si dimostrano favorevoli a un uso sempre più esteso dell’identità digitale, anche come possibile sostituto dei documenti cartacei e come strumento per il voto elettronico.
Scritto da: Giornale Radio
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