Il punto della settimana

Per favore, niente pizza a 40 gradi

today6 Luglio 2025

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A cura di Ferruccio Bovio

Ieri siamo rimasti spiacevolmente sorpresi nell’apprendere che – proprio mentre i media non fanno quasi altro che parlare di “emergenza caldo” e mentre le Regioni, dinanzi ai primi decessi provocati dalle temperature africane, ordinano di sospendere le attività all’aperto nei settori più esposti al solleone – una delle principali piattaforme specializzate nella consegna di cibi a domicilio non si è fatta alcuno scrupolo nel proporre, ai propri operatori, una serie di incentivi per motivarli a lavorare anche nelle fasce orarie maggiormente canicolari…Ma vediamoli più da vicino questi bonus che, almeno nelle intenzioni di chi li propone, dovrebbero indurre chi di mestiere trasporta pizze e hamburger ad intensificare il proprio impegno, anche a costo di mettere seriamente a rischio la sua salute. Ebbene, si va da un incentivo di 5 centesimi se le temperature si assestano a 36 gradi, per poi passare ai 10 centesimi se salgono a 38 ed ai 20 centesimi nel caso in cui si raggiungano i 40 gradi. In altre parole, il valore della tutela della salute e dell’integrità fisica di un lavoratore, secondo certi signori, sembra oscillare, tra i due o tre cucchiaini e la mezza tazzina di caffè…
Siamo ben consapevoli di parlare di un settore nel quale il potere contrattuale dei sindacati è veramente molto basso, tuttavia, quando un datore di lavoro arriva a concepire anche soltanto l’idea di offrire incentivi nell’ordine dei 5 centesimi, allora vuol dire che, in alcuni comparti, il confine tra servitù della gleba e lavoro retribuito si è fatto davvero evanescente. E di fronte a certe notizie, viene quasi spontaneo pensare che di quella che, fino a qualche anno fa, si chiamava ancora “coscienza sociale” sia ormai oggi, purtroppo, rimasta soltanto una obsoleta reminiscenza, svanita nel disinteresse generale. Che dire se, per questi riders abbandonati al loro ingrato destino, le uniche speranze di poter contare su condizioni di lavoro meno soffocanti risiedono esclusivamente nella pietà umana (o, più banalmente, nella inappetenza) che magari inducono i consumatori a rinunciare alle loro abituali ordinazioni proprio nelle ore più afose?
Nella evidente impossibilità di attivare un confronto sindacale che non sia eccessivamente sproporzionato a vantaggio di una sola delle parti in causa, noi non possiamo fare altro che auspicare un pronto intervento dello Stato, che sappia, opportunamente, porre un argine definitivo a certe forme medievali di sfruttamento della manodopera.

06 Luglio 2025

Scritto da: Giornale Radio

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