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Israele verso l’occupazione di Gaza. Decine di morti

today25 Agosto 2025

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I carri armati di Israele avanzano nei sobborghi di Gaza City mentre Netanyahu punta a una grande offensiva: cresce il bilancio dei civili palestinesi uccisi.

I carri armati israeliani stanno occupando i sobborghi di Gaza City. L’operazione voluta dal premier Netanyahu è in corso da giorni e cresce il bilancio dei morti tra i civili palestinesi. Le Idf hanno dichiarato di essere operative alla periferia di Gaza in vista di una grande offensiva che vedrebbe l’esercito conquistare l’intera città. In particolare, decine di migliaia di riservisti dovrebbero presentarsi in servizio il 2 settembre prossimo per l’offensiva, che probabilmente inizierà nelle prossime settimane.

Intanto sono in corso le proteste a Tel Aviv che chiedono la fine della guerra e la lotta alla crescente fame nella Striscia di Gaza. I manifestanti, radunati in piazza Habima, hanno esposto cartelli con la scritta “Fermiamo il genocidio” e foto di bambini palestinesi malnutriti. Tra gli slogan: “Da Gaza a Jenin, basta uccidere i bambini” e “Non moriremo al servizio degli insediamenti”.

Il 62% degli israeliani non ha fiducia di Netanyahu

Secondo un sondaggio di Maariv e del Lazar Research, in collaborazione con Panel4All, il 62% degli israeliani ritiene che il governo di Benjamin Netanyahu abbia perso la fiducia della maggioranza della popolazione; solo il 18% è contrario a un accordo che ponga fine al conflitto nella Striscia di Gaza, convinto i militari debbano continuare a combattere contro Hamas.

Nel dettaglio, il 46% delle persone intervistate vorrebbe che l’esecutivo firmasse un accordo complessivo che ponga fine alla guerra. Anche Times of Israel ha pubblicato un sondaggio dal quale emerge che solo il 27% ritiene il governo Netanyahu meritevole del sostegno della maggior parte degli israeliani.

Onu: la carestia a Gaza può essere fermata

La carestia che colpisce Gaza City, certificata dal rapporto dell’Integrated Food Security Phase Classification (Ipc), può essere fermata se Israele autorizzasse l’ingresso degli aiuti umanitari nell’enclave palestinese.

Lo sottolinea l’Unrwa, l’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, denunciando di avere magazzini pieni di cibo, medicine e forniture igieniche in Egitto e Giordania, ma di non poter fare arrivare questo materiale a destinazione. “La catastrofe in corso può essere invertita: inondiamo Gaza di aiuti su larga scala attraverso le Nazioni Unite, inclusa l’Unrwa. Ci sono scorte sufficienti per riempire 6mila camion. Lo Stato di Israele deve permetterci di portarle a Gaza”, ha dichiarato l’Unrwa.

L’ONU e la crisi umanitaria a Gaza

Il 22 agosto 2025, l’Integrated Food Security Phase Classification (IPC), supportato dalle Nazioni Unite, ha ufficialmente dichiarato lo stato di carestia (Fase 5) nella Striscia di Gaza, definendolo una crisi “interamente causata dall’uomo”. Secondo l’IPC, oltre 500.000 palestinesi sono attualmente in condizioni di fame acuta, con previsioni che indicano un aumento a più di 640.000 nei prossimi sei settimane.

Le cause principali includono restrizioni all’accesso umanitario, blocchi alle forniture di cibo e carburante, e attacchi a strutture civili e sanitarie. L’UNRWA (Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati Palestinesi) ha denunciato l’uso della crisi alimentare come strumento di guerra, sottolineando che le agenzie umanitarie dispongono di scorte sufficienti per alleviare la situazione, ma sono ostacolate da restrizioni israeliane all’ingresso degli aiuti.

Le richieste respinte da Israele

In risposta alla crisi, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato la Risoluzione 2720 il 22 dicembre 2023, chiedendo l’apertura di tutti i valichi di frontiera di Gaza per il passaggio degli aiuti umanitari e la nomina di un coordinatore per gli aiuti e la ricostruzione. Tuttavia, le richieste di accesso umanitario continuano a essere sistematicamente respinte da Israele.

L’ONU ha anche espresso preoccupazione per le violazioni dei diritti umani, con il Commissario per i Diritti Umani, Volker Turk, che ha avvertito che le morti per fame potrebbero costituire crimini di guerra

Scritto da: DANIELE BIACCHESSI


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