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Elezioni regionali nelle Marche. Arrivano i leader dei partiti

today18 Settembre 2025

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Elezioni regionali: Marche al voto il 28 e 29 settembre: Meloni e Schlein in campo per sostenere Acquaroli e Ricci.

Nelle Marche si vota il 28 e 29 settembre per il nuovo presidente e per il rinnovo del consiglio regionale. E quando mancano poco più di dieci giorni dalla tornata elettorale arrivano i leader a sostegno dei candidati. Giorgia Meloni è intervenuta ad Ancona con il presidente uscente, e in corsa per il secondo mandato, Francesco Acquaroli. Elly Schlein ha parlato a Pesaro per sostenere il candidato del centrosinistra Matteo Ricci.

Meloni: italiani con noi

“La nostra è un’alleanza solida e quando sui giornali ci dicono che noi siamo divisi e ci tiriamo i cartoccetti…Io dico: fatevene una ragione, stiamo insieme da 30 anni e continueremo a stare insieme al governo, non sprechiamo questa occasione storica”. Così la premier e leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni ad Ancona. “Da tre anni governiamo una nazione e oggi in questa piazza c’è più gente di quanta ce ne fosse nel 2022, non era scontato che dopo tre anni di governo ci fosse fiducia in noi”, ha aggiunto Meloni.

Schlein: dalla premier promesse vuote

“La destra vuole una sanità a misura di portafogli. Noi vogliamo la sanità universalistica di Tina Anselmi. Sono sei milioni di italiani, quelli che non riescono a curarsi, guardali Giorgia Meloni, ci sono anche loro. Non ci sono nella tua narrazione fatata. Poco fa ad Ancona ho letto che Meloni ha detto che ci vuole coraggio a parlare di salario minimo. Si vergogni a non aver fatto niente per i salari degli italiani”.

Lo ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein, dal palco di Pesaro assieme al candidato nelle Marche, Matteo Ricci. “Tajani dice che il salario minimo è una misura sovietica: in Germania l’ha approvato Angela Merkel, che fa parte del suo stesso partito europeo”, ha aggiunto la segretaria dem. “Siamo qui per presentare il programma, davanti alle promesse vuote dopo 5 anni di Meloni e Acquaroli, come se in questi 5 anni non fossero stati loro a governare le Marche”, ha spiegato Schlein.

Numeri che pesano: elezioni regionali

Secondo un sondaggio realizzato dall’agenzia Dire (Tecnè) nelle Marche, si registra un vantaggio per il governatore uscente, Francesco Acquaroli, ma la forbice tra lui e Matteo Ricci non è così ampia come potrebbe sembrare Quel che balza agli occhi è che quasi la metà degli intervistati è indecisa, o comunque non ha ancora deciso se andare a votare o chi sostenere.

Perché gli indecisi contano

      • Effetto potere di decisione all’ultimo: gli indecisi tendono a scegliere solo poco prima del voto, dunque possono essere influenzati da interventi last‐minute (comizi, dichiarazioni dei leader, promesse dell’ultimo momento).

      • Spazio per attacchi retorici: se una parte riesce a convincere gli indecisi che l’avversario ha fallito o che “promesse vuote” non bastano, può guadagnare terreno rapidamente.

      • Elasticità critica: spesso gli indecisi non votano partiti estremi ma oscillano tra programmi più moderati o centrali; ciò offre opportunità per chi costruisce una campagna “bipolare” o che punta al centro.

Come la narrativa politica li cita (o li ignora)

Nella campagna fin qui emerge che i leader di destra e sinistra cercano di costruire una narrativa che punti alla concretezza, ai risultati già conseguiti (nel caso di Acquaroli) o al “non aver mantenuto” (nel caso dello schieramento di opposizione). Entrambe le parti tentano di colmare il vuoto lasciato dagli indecisi parlando non tanto al proprio elettorato base, già acquisito, ma proprio agli spettatori in bilico, a chi non ha ancora deciso.

La destra, ad esempio, rivendica risultati dello sviluppo economico, turismo, Zes, incremento del Pil, per presentarsi come quella in grado di “dato concreto” e credibilità. Il centrosinistra contrattacca denunciando promesse non rispettate, enfatizzando disuguaglianze e fragilità sociali, cercando di mostrare che c’è chi si è “dimenticato” degli ultimi – una strategia pensata anche per colpire emotivamente l’elettore incerto.

Implicazioni sulla campagna e dopo il voto

La consapevolezza che gli indecisi siano molti porta a campagne più aggressive nell’ultima settimana, con interventi di leader nazionali, comizi, slogan accesi, promesse forti. È probabile che nei giorni finali emergano nuovi impegni specifici, gesti simbolici, azioni mediatiche per “rapire” quel pezzo di elettorato che decide sulla fiducia, sulla paura, sull’identificazione, sull’emozione.

Dopo il voto, chi vince dovrà riconoscere che parte del successo potrebbe derivare non solo dalla base consolidata ma da quella massa silenziosa che si è decisa all’ultimo. E se la vittoria è molto stretta, quel margine può essere attribuito proprio a questo tratto intermittente e volatile della democrazia regionale.

Scritto da: DANIELE BIACCHESSI


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