Il Corsivo

Via libera della Camera alla separazione delle carriere. Ora passa al Senato, ma lo scontro divide il Paese

today19 Settembre 2025

Sfondo
share close
Scritto da Daniele Biacchessi

Separazione delle carriere, la Camera approva il ddl: maggioranza esulta, opposizioni divise, il Paese spaccato.

Passa alla Camera il ddl sulla separazione carriere: 243 si e 109 no. Il disegno di legge costituzionale varato da Nordio-Mantovano-Meloni, prevede la separazione delle carriere tra pm e giudici, l’istituzione dell’Alta Corte disciplinare e la creazione di due Csm, i cui esponenti saranno scelti con il sorteggio.

Siamo alla terza approvazione, manca il via libera del Senato, poi la decisione spetterà ai cittadini attraverso il referendum. Sul piano politico Azione vota con il centrodestra, Pd, M5s e Avs restano contrari, Italia viva e +Europa si astengono. La maggioranza esulta, Tajani si associa al grido di “Silvio, Silvio”, l’opposizione divise si indigna, chiede una presa di posizione su Gaza, e tutto finisce in caciara.

Il Governo non ascolta la voce dei magistrati e della società civile

L’esecutivo vuole portare a casa la riforma della giustizia e il premierato entro fine anno, ma non ascolta le perplessità di fini giuristi e costituzionalisti, dell’opposizione, soprattutto della società civile. L’obiettivo finale è stabilire il primato del potere politico rispetto a quello giudiziario, contravvenendo ad uno dei pilastri della nostra Carta: il cosiddetto titolo IV che descrive l’ordinamento della magistratura.

In Italia, il potere politico, Parlamento e Governo, rimane distinto dal potere giudiziario. Infatti, la Costituzione italiana stabilisce questa separazione dei poteri per garantire l’indipendenza della magistratura, che ha il compito di applicare le leggi. L’organo di autogoverno, il Consiglio Superiore della Magistratura sotto la guida del Presidente della Repubblica, assicura l’autonomia e l’indipendenza dei magistrati. Il Governo vuole cambiare la Costituzione a pezzi: prima attraverso il controllo della magistratura, poi con il premierato stabilendo il potere del Presidente del Consiglio che, senza l’equilibrio istituzionale, renderebbe inefficaci i ruoli di Parlamento e Quirinale.

Separazione delle carriere: sorteggio

Nella versione approvata alla Camera, il ddl stabilisce che, per entrambi i nuovi Consigli Superiori della Magistratura (quello giudicante e quello requirente), una parte significativa dei componenti non sia eletta, bensì estratta a sorte. Un terzo dei membri verrà scelto da un elenco compilato dal Parlamento (professori universitari in materie giuridiche e avvocati con almeno quindici anni di esercizio) e i restanti due terzi rispettivamente tra magistrati giudicanti o requirenti.

Anche nell’Alta Corte disciplinare – l’organo che giudicherà i magistrati in caso di infrazioni disciplinari – c’è l’uso del sorteggio per una parte dei membri: professori, avvocati o magistrati, in proporzione variabile.

Perché questa scelta desta curiosità

  1. Erosione del principio elettivo / democratico
    Tradizionalmente, soprattutto nei Paesi che basano la separazione dei poteri su istituzioni rappresentative, organi con forte influenza come il CSM hanno componenti eletti, e spesso i membri laici (provenienti dall’avvocatura o dal mondo accademico) vengono nominati o eletti, non sorteggiati. Il sorteggio rompe questo schema: in un colpo solo si passa da un meccanismo deliberato e politico (elezione, nomina) a uno che si basa sul caso. Questo suscita domande: quanto resterà il legame tra questi “sorteggiati” e le istanze rappresentative e territoriali che oggi si rivendicano?

  2. Precedente storico-limitato ma significativo
    L’uso del sorteggio nella storia politica o amministrativa ha precisi precedenti (ad esempio nei processi elettorali ateniesi, nei modelli giacobini, o in qualche forma nei sistemi di giuria), ma non in istituzioni così centrali come il governo della magistratura in uno Stato moderno democratico e costituzionale. Ciò significa che non ci sono esperienze recenti che possano garantire con certezza come andrà: sarà sperimentale, in molti sensi.

  3. Rischio di “cieco” influenzamento e di scarso controllo
    Il sorteggio riduce la trasparenza o i meccanismi di responsabilità (accountability) che normalmente derivano dall’essere eletti. Se non sei elettore né sei responsabile verso un elettorato, come si garantisce che i sorteggiati siano motivati, neutralmente preparati, senza conflitti di interesse? Come saranno selezionati gli elenchi, come sarà tutelata la competenza? E chi controlla che il sorteggio sia veramente imparziale e immune da manipolazioni (anche tecniche)?

  4. Potenziale rottura del modello di correnti e delle geografie interne alla magistratura
    Uno degli argomenti che il governo cita è che il sorteggio serve a smantellare l’influenza delle correnti interne tra i magistrati, che secondo molti critici favorirebbe clientelismi e logiche interne non sempre trasparenti. Il problema è che eliminare o ridurre le correnti non significa automaticamente instaurare un sistema “neutro”: se non ci sono altri indicatori (meritocrazia, trasparenza, criteri chiari di professionalità), il vuoto lasciato potrebbe essere riempito da altri poteri informali o da logiche politiche esterne.

Scritto da: Daniele Biacchessi


GIORNALE RADIO

Giornale Radio, la radio libera di informare.

Notizie del giorno: notizie di cronaca, di politica,notizie dal mondo, notizie sportive, di economia, di salute e tecnologia. Notizie di oggi in radio streaming, in WEB TV e in podcast.