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Scherzi a parte

today21 Settembre 2025

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Scritto da Giornale Radio

A cura di Ferruccio Bovio

L’esito milanese della cosiddetta inchiesta di “Palazzopoli”, ci induce a proporvi qualche argomento di riflessione sulla natura dei rapporti che intercorrono tra le Procure e gli uffici dei GIP. Sappiamo, infatti, che all’inizio della vicenda che aveva visto la Procura meneghina denunciare la presenza di un sotto bosco di malaffare, che avrebbe inquinato il regolare svolgersi delle attività edilizie nel capoluogo lombardo, quasi tutte le richieste cautelari avanzate dai PM erano state tranquillamente accolte dal Giudice per le indagini preliminari. E sappiamo anche – o almeno lo abbiamo appena appreso – che, successivamente, il Tribunale del Riesame le ha sostanzialmente annullate tutte, dandoci modo di sospettare che il previsto controllo giurisdizionale da parte dei GIP sulle indagini svolte dalle Procure sia, in realtà, più teorico che altro… I GIP – salvo ovviamente alcune lodevoli eccezioni – sembrano avere abdicato rispetto a quel ruolo di rigoroso controllo che la legge assegna loro, optando, invece, per quello senz’altro meno gravoso di certificatori del buon operato dei colleghi appartenenti al ramo requirente. Pertanto, se gli interrogatori preventivi a nulla sono serviti per dare credibilità a quelle argomentazioni difensive, la cui fondatezza – almeno nel caso in questione – è poi stata invece riconosciuta, in modo piuttosto imbarazzante, dal Tribunale del Riesame, allora vuol dire che siamo in presenza di un problema di sudditanza – non si capisce bene se psicologica o politica – che deve essere risolto. Spiacerebbe, infatti, dover leggere ancora di un Tribunale del Riesame che, a proposito dei provvedimenti cautelari prontamente revocati, arrivi a parlare di una “svilente semplificazione argomentativa” proposta, tra l’altro, “acriticamente”….
Intanto, a Milano, ci risulta che siano 4.891 le famiglie che, grazie appunto ad una certa superficialità investigativa, si ritrovano adesso con la casa sequestrata della magistratura, svalutata, oppure neanche mai costruita o ultimata per via del blocco dei cantieri…
Ci domandiamo quindi, in conclusione, in che misura sia ancora lecito parlare di “giustizia”, in presenza di una situazione che, mentre scriviamo queste nostre poche righe, registra le incredibili difficoltà di migliaia di cittadini milanesi, i quali non sanno ancora se, da un momento all’altro, sentiranno una voce beffarda che li rassicurerà, spiegando loro giulivamente che, per qualche mese, avevano semplicemente vissuto su “scherzi a parte”.

Fonte della Foto: Di © Steffen Schmitz (Carschten) CC BY-SA 4.0

21 Settembre 2025

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