Il Corsivo

Crosetto invia la Marina in soccorso della Flotilla, ma Meloni giudica irresponsabile la missione umanitaria.

today25 Settembre 2025

Sfondo
share close
Scritto da Daniele Biacchessi

Il Governo diviso sulla Flotilla: Crosetto invia la Marina per tutelare cittadini italiani, mentre Meloni definisce irresponsabile la missione; Tajani cerca una mediazione con Israele.

Qual è la linea del Governo sulla missione umanitaria della Flotilla, colpita dagli israeliani con una operazione militare che ha danneggiato numerose imbarcazioni? C’è l’azione del ministro della Difesa Guido Crosetto che si è confrontato con il Capo di stato maggiore della Difesa, ha sentito la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e ha autorizzato l’intervento immediato della fregata multiruolo Fasan della Marina militare.

C’è la premier Giorgia Meloni, secondo cui la Flotilla è irresponsabile e pericolosa, perché non c’è bisogno di rischiare la propria incolumità di infilarsi in un teatro di guerra per consegnare aiuti a Gaza che il governo italiano avrebbe potuto consegnare in poche ore. C’è la mediazione avviata dal ministro degli Esteri Antonio Tajani con Israele: consegnare gli aiuti della Flotilla a Cipro, al patriarcato latino di Gerusalemme che si assume la responsabilità di spedirli a Gaza.

Una scelta giusta

Quella di Crosetto è una scelta giusta, imposta dalle regole internazionali della navigazione, prevista dalla nostra Costituzione e dal buon senso, perché a bordo delle navi ci sono cittadini e parlamentari italiani, imbarcati nell’ambito di una missione pacifica che raccoglie aiuti concreti destinati alla popolazione civile palestinese. Del resto, dice Crosetto, in democrazia anche le manifestazioni e le forme di protesta devono essere tutelate quando si svolgono nel rispetto delle norme del diritto internazionale e senza ricorso alla violenza.

La protesta dell’opposizione

Tutto è avvenuto nelle ore in cui andava in scena la sdegnata protesta dell’opposizione che ha occupato gli scranni del Governo alla Camera chiedendo che la premier Meloni si recasse in Parlamento per riferire sulle misure di sicurezza e di protezione in difesa della Flotilla. Alla Camera e in Senato ci andrà oggi Crosetto. Forse ci dirà quale è il pensiero del Governo, se esiste.

Norme del diritto marittimo e obbligo di soccorso

Una colonna portante è rappresentata dalle convenzioni internazionali che stabiliscono obblighi chiari per gli Stati e per i comandanti delle imbarcazioni nei casi in cui vi siano persone in pericolo in mare. Fra queste:

        • La Convenzione internazionale per la salvaguardia della vita umana in mare (SOLAS, 1974) disciplina vari aspetti della sicurezza marittima, incluse le procedure di ricerca e soccorso.

        • La Convenzione SAR (Search and Rescue), che richiede che le nazioni organizzino zone di ricerca e soccorso (zone SAR) e coordinino le operazioni in mare per assistere chiunque si trovi in difficoltà.

        • L’UNCLOS (Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, Montego Bay, 1982), che stabilisce il principio della libertà di navigazione in alto mare, la giurisdizione dello Stato di bandiera, nonché i limiti dell’intervento degli altri Stati quando una nave si trovi in acque internazionali.

Queste regole fanno parte del diritto internazionale marittimo consuetudinario o trattatario, e servono da base normativa per valutare situazioni in cui navi private, ONG o altri attori civili, siano coinvolti in operazioni di assistenza in mare.

Doveri umanitari e diritto internazionale umanitario

Parallelamente, c’è il diritto internazionale umanitario, che interviene in situazioni di conflitto armato. Esso impone che:

        • I civili abbiano diritto a ricevere aiuti essenziali, come cibo, acqua, medicamenti. Quando un’area è sotto assedio o sotto controllo di una forza, lo Stato/attore di occupazione ha responsabilità di garantire l’ingresso di tali aiuti.

        • Non sia permesso l’uso di misure che configurino punizioni collettive o che impediscano deliberatamente il sostegno umanitario.

Principi rilevanti della libertà di navigazione

Un altro tema chiave: la libertà di navigazione, specie in acque internazionali. Alcuni punti da tener presenti:

        • Le imbarcazioni battenti bandiera di uno Stato godono della giurisdizione esclusiva di quello Stato, pure quando si trovano in alto mare.

        • Uno Stato in acque internazionali non può, in genere, fermare, intervenire o attaccare una nave neutrale o civile senza motivo fondato nel diritto internazionale — salvo casi eccezionali espressamente previsti (pirateria, traffico di schiavi, etc.).

Implicazioni pratiche per il caso Flotilla

Questo quadro normativo ha alcune implicazioni utili per valutare la missione della Flotilla:

        • Se la Flotilla agisce come missione civile/umanitaria, con imbarcazioni battenti bandiera riconoscibile, trasporto di aiuti a popolazione civile, queste convenzioni forniscono basi legali per far valere protezioni e richiedere la non interferenza.

        • Gli attacchi in acque internazionali contro imbarcazioni civili impegnate in missioni di soccorso possono configurare violazioni del diritto del mare e del diritto internazionale umanitario.

        • Lo Stato che ha cittadini coinvolti ha anche un interesse legittimo di protezione consolare, nel garantire che non vengano violati i diritti dei propri cittadini.

Scritto da: Daniele Biacchessi


GIORNALE RADIO

Giornale Radio, la radio libera di informare.

Notizie del giorno: notizie di cronaca, di politica,notizie dal mondo, notizie sportive, di economia, di salute e tecnologia. Notizie di oggi in radio streaming, in WEB TV e in podcast.